Bottiglia / Pixabay CC0 - Projekt_Kaffeebart, Public Domain

La bottiglia e la fontana

“Pillola quotidiana” di padre Andrea Panont

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Gisa disperata decide di non pregare più: ne vedo l’inutilità, non ricevo nessuna delle grazie che chiedo. L’amico che se ne intendeva le raccontò un fatterello  educativo:
Gino per vari giorni consecutivi mandava suo figlio alla fontana dall’acqua buona per prelevarne un litro. Ma il figlio tornava a casa sempre insoddisfatto:  arrivava con la bottiglia vuota, o colma di acqua sporca tanto che non voleva più tornare alla fontana.
Ma come mai Ninetto non porta a casa la bottiglia con l’acqua buona?
Gino s’accorse che la prima volta il figlio – gran distratto – non aveva tolto il tappo alla bottiglia; la seconda aveva tolto il tappo, ma non l’aveva svuotata completamente dal liquido inquinante; la terza volta aveva tolto il tappo, l’aveva pulita ben bene, ma non teneva ferma la bottiglia sotto il getto della fontana; la quarta volta….
Cosa dici Gisa di questa parabola?
Ho capito che se si torna a casa senza la grazia chiesta non è per mancanza d’acqua che la fontana di Dio dona sempre in abbondanza…ma è perché mancano le  vere disposizioni a ricevere la grazia che si chiede…
Ritengo assurdo l’andare alla fontana senza togliere il tappo alla bottiglia, ma è ancora più assurdo l’andare a pregare senza accordarsi con il prossimo. Lo dice Gesù: “Chi s’accorda col fratello riceverà tutto ciò che chiede”.
Gisa fu talmente colpita da questo racconto da ritenerlo una grande grazia che le aveva aperto gli occhi. “Reputo ora una grazia perfino il non averne ricevuta nessuna”.
Ciao da P. Andrea
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Andrea Panont

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