Creato / Pixabay CC0 - Sanshiro, Public Domain

Papa: “Creare nella società una coscienza di rispetto per l’ambiente circostante”

Messaggio al congresso internazionale “Laudato si’ e grandi città”, in corso a Rio de Janeiro

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“È un dovere di tutti creare nella società una coscienza di rispetto per l’ambiente circostante; ciò reca beneficio a noi e alle generazioni future.” Lo scrive papa Francesco nel suo messaggio al congresso internazionale “Laudato si’ e grandi città”, organizzato dal 13 al 15 luglio 2017 a Rio de Janeiro (Brasile) dalla fondazione “Antoni Gaudí para las Grandes Ciudades”, presieduta dal cardinale arcivescovo emerito di Barcellona, Lluís Martínez Sistach.
Nella sua missiva in lingua spagnola, il Pontefice si sofferma su tre principi o termini chiave, cioè “rispetto”, “responsabilità” e “relazione”, ossia le tre “R”, che “aiutano a interagire congiuntamente dinanzi agli imperativi più essenziali della nostra convivenza”.
“Il rispetto è l’atteggiamento fondamentale che l’uomo deve assumere con il creato”, scrive Francesco, che ricorda le parole di san Francesco d’Assisi su “sorella acqua”, che il Poverello definì “multo utile e umile e preziosa e casta”. “Quando non le si presta l’attenzione che merita, diventa fonte di malattie e la sua scarsità mette in pericolo la vita di milioni di persone”, avverte il Papa.
Per quanto riguarda la seconda “R”, cioè la responsabilità dinanzi al creato, “è il modo in cui dobbiamo interagire con esso e costituisce uno dei nostri compiti primordiali”, prosegue Jorge Bergoglio.
“Non possiamo restare a braccia conserte, quando constatiamo una grave diminuzione della qualità dell’aria e l’aumento della produzione di rifiuti che non vengono adeguatamente smaltiti”, spiega Francesco, che citando la “Laudato si’“ esprime preoccupazione per la “perdita di quel senso di responsabilità per i nostri simili su cui si fonda ogni società civile” (n° 25). Ma “se ognuno metterà quel poco di responsabilità che gli corrisponde, si otterrà molto”, così afferma.
Nell’ultima parte del suo messaggio, Francesco si sofferma sulla “crescente mancanza di relazione” che si osserva sia nelle grandi città che nelle zone rurali e che trova le sue radici in una società sempre “più plurale, multiculturale”, che “produce ricchezza e crescita sociale e personale”, ma anche “sempre più chiusa e diffidente”.
Mentre “la mancanza di radici e l’isolamento di alcune persone sono forme di povertà, che possono degenerare in ghetti e originare violenza e ingiustizia”, l’uomo “è chiamato ad amare e a essere amato, stabilendo vincoli di appartenenza e legami di unità con tutti i suoi simili”, così ricorda il Papa, che invita tutti a “creare relazioni umane più calorose, che rompano i muri che isolano ed emarginano”.
Cliccare qui per leggere il testo completo.

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Paul De Maeyer

Schoten, Belgio (1958). Laurea in Storia antica / Baccalaureato in Filosofia / Baccalaureato in Storia e Letteratura di Bisanzio e delle Chiese Orientali.

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