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Sacerdozio: l’amicizia più importante

Omelia del card. Stella ai partecipanti a un corso per formatori anglofoni

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Il sacerdozio è una questione di “amicizia, la più importante, a partire dalla quale tutti gli altri legami […] vengono trasformati, vengono ‘riempiti’ di un senso più grande”. Lo ha affermato il cardinale Beniamino Stella davanti ai partecipanti a un corso per formatori anglofoni, organizzato dalla Congregazione per il Clero.
Nell’omelia della Messa celebrata con i partecipanti nella Basilica Vaticana, riportata da “L’Osservatore Romano” di giovedì 13 luglio 2017, il prefetto della Congregazione ha lanciato l’invito a “risvegliare la gioia del dono sacerdotale”.
Il porporato italiano ha messo enfasi sul primato di Dio e sulla necessità di “mettere la relazione con Lui al di sopra di tutto”. Non si tratta di “sminuire il valore degli affetti familiari”, né di chiedere “una rinuncia fine a se stessa” — ha spiegato –, ma di ricordare che “che la fede non si riduce all’osservanza esteriore di qualche precetto o alla pratica di una morale, ma è, innanzitutto, una relazione viva con il Signore”.
In questo modo, i sacerdoti possono vivere “una paternità e una maternità più ampie, e per accogliere come fratelli e sorelle anche coloro che sono ai margini di ogni legame”, ha proseguito il porporato.
“Abbiamo bisogno di preti che non antepongano nulla alla relazione d’amicizia con il Signore!”, ha detto Stella. Servono cioè pastori “che abbiano con Lui un legame ‘di carne e di sangue’, capace di coinvolgerli nella totalità, anima, corpo, mente e cuore”.
Quindi, tocca far sì “che il legame con Lui e il servizio alla Chiesa non vengano mai subordinati ad altri legami, oscurati da disordinate dipendenze affettive, piegati a interessi di potere e di carriera o inquinati da logiche contrarie al Vangelo”.
Un’altra caratteristica, ha osservato Stella, è la logica del dono, la quale consiste nell’assumere “gli stessi atteggiamenti di Gesù, ad assumere cioè la logica della sua Croce, imparando ogni giorno da lui a offrire in dono la vita per gli altri”. Si tratta quindi di “vincere la tentazione di trattenere la vita solo per noi stessi”.
Questo atteggiamento o “attitudine”, che è lo stile di Gesù, va instaurato già in seminario, facendo maturare il modello di un pastore “capace di accogliere tutti, di avere un cuore inclusivo come quello di Cristo, di saper accompagnare anche coloro che vivono situazioni di vita complesse, senza escludere o lasciare indietro nessuno”. (pdm)

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Anne Kurian-Montabone

Laurea in Teologia (2008) alla Facoltà di teologia presso l'Ecole cathedrale di Parigi. Ha lavorato 8 anni per il giornale settimanale francese France Catholique" e participato per 6 mese al giornale "Vocation" del servizio vocazionale delle chiesa di Parigi. Co-autore di un libro sulla preghiera al Sacro Cuore. Dall'ottobre 2011 è Collaboratrice della redazione francese di Zenit."

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