Tecnologia / Pixabay CC0 - Tumisu, Public Domain

Intelligenza artificiale: non lasciare “via libera” alle macchine

Congresso organizzato dal Pontificio Consiglio della Cultura

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Non lasciare “via libera” alle macchine “in maniera cieca”. Questo l’avvertimento lanciato dal cardinale Gianfranco Ravasi in occasione del congresso “L’intelligenza artificiale: sfida etica?” svoltosi giovedì 6 luglio a Roma presso l’ambasciata d’Italia presso la Santa Sede, sotto l’egida dell’organismo vaticano.
Nel corso dell’incontro filosofi, scienziati e accademici di tutto il mondo si sono soffermati sul tema dell’impatto dell’intelligenza artificiale — nella sua forma abbreviata AI — sull’uomo, sul mondo del lavoro e sulla società.
Nel suo intervento riportato dal programma italiano di Radio Vaticana, il cardinale Ravasi, presidente del dicastero, ha messo in guardia dal rischio di lasciare la tecnologia “completamente sola”.
Bisogna “far sì che queste intelligenze non abbiano ad andare in maniera cieca e libera”, ha dichiarato il biblista e già prefetto della Biblioteca Ambrosiana, il quale ha aggiunto che il “vero scienziato non è mai soltanto tecnico”, non lascia mai il “via libera alle macchine”.
Occorre infatti prendere in considerazione “tutto il panorama, tutto l’insieme, tutto l’orizzonte in cui siamo immersi” e mai dimenticare che all’origine dell’intelligenza artificiale “c’è sempre una sorgente che è umana”, la quale può “giudicare” e “anche fermare la macchina”.
Per Ravasi, già l’espressione “umanoidi” è problematica, per non parlare di “personalità elettronica” o “personalità informatica”, poiché “non si tratta di personalità”. “La coscienza — ha sottolineato il porporato — rimane ancora il grande appannaggio di quella sorgente che ho detto essere la ragione e il pensiero e la persona umana”.
Serve — ha detto Ravasi — un “confronto tra i due orizzonti”, tra la tecnologia da un lato e il mondo umanistico — cioè “la filosofia, la cultura e, perché no, anche la teologia” — dall’altro lato, che insieme decideranno il futuro. (pdm)

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Anne Kurian-Montabone

Laurea in Teologia (2008) alla Facoltà di teologia presso l'Ecole cathedrale di Parigi. Ha lavorato 8 anni per il giornale settimanale francese France Catholique" e participato per 6 mese al giornale "Vocation" del servizio vocazionale delle chiesa di Parigi. Co-autore di un libro sulla preghiera al Sacro Cuore. Dall'ottobre 2011 è Collaboratrice della redazione francese di Zenit."

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