Maria / Pixabay CC0 - Efraimstochter, Public Domain

Serbare nel cuore la Parola per sanare le attuali criticità sociali

Occorre riprendersi la capacità interiore di ascoltare la voce del Signore e contribuire a cambiare la storia

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L’uomo che come Maria Vergine riesca a saper preservare nel cuore e nella mente ogni cosa che viene dal Signore, avrà forza fisica e intellettiva a sufficienza per meglio indirizzare la sua vita e quella degli altri. Si legge in Luca 2, 19, dopo la visita dei pastori nella grotta di Betlemme: “Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose meditandole nel suo cuore”. Ancora in Luca 2,51, mentre Gesù, dopo essersi fermato di sua iniziativa nel Tempio, si trovava in cammino verso Nazareth con i suoi genitori stando loro sottomesso: “E sua madre serbava tutte queste cose nel cuore”.  
Quasi un lento cammino pedagogico spirituale che permette alla Madonna di prepararsi al governo di tutto quello che la vita le riserverà tra grandi gioie e sofferenze senza uguali, per poi da persona umilissima essere investita di un compito celeste universale per la salvezza e la redenzione dell’umanità.  Non è cosa facile in un mondo ingigantito da mille illusioni e da promozioni al ribasso procedere in questa direzione.  Gli innumerevoli stimoli esterni consentono ad ognuno, almeno nell’immediato, di essere al centro di ogni scoperta del mondo materiale, quasi a farlo sentire il protagonista assoluto di quel momento.
Il rapporto con il cielo diventa così un’occasione rituale e la voce del Signore non riesce a penetrare in nessun modo nell’animo di alcuno. Un danno che provoca la perdita di un’occasione che migliore non c’è, se si vuole concorrere a cambiare i destini personali e quelli del mondo intero. Il mio Maestro spirituale, da quarant’anni devoto alla Madre della Redenzione, spesso ricorda che la grazia più grande che Maria possa concedere a qualcuno è quella di tutelarlo per tutta la vita nel tenere la Parola di Gesù nel cuore. Una tale santa opportunità vale anche quando le parole di Gesù si presentino, come nel vangelo di una settimana addietro, dal tono duro e nell’immediato quasi incomprensibili.
Mt. 10, 37: “Chi ama padre o madre più di me, non è degno di me; chi ama figlio o figlia più di me, non è degno di me…”. C’è forse da meravigliarsi se qui venga espressamente detto che i propri familiari vengano dopo il Figlio dell’Uomo? Non si tratta di un affondo alla stessa famiglia, ma di una verità che se accolta, rafforza la dimensione sociale, morale e spirituale di una singola persona, per consentirle di vivere compiutamente ogni dimensione umana. Si tratta perciò di una indicazione divina che tutela di fatto il rapporto sacro con il padre e la madre (quarto comandamento) e l’oggettivo ed equilibrato rapporto relazionale con gli altri.
Intendere questo passaggio significa predisporsi in modo adeguato a registrare, nella propria mente, le sollecitazioni che il Signore ogni giorno attiva sull’uomo nelle forme più svariate. Esortazioni e suggerimenti preziosi che comunque sono sempre “consultabili” nelle sacre scritture, facendosi accompagnare in piena umiltà dal discernimento di un Padre spirituale. La cosa vale per tutti gli uomini, al di là del ruolo occupato nella comunità, sia esso altamente rappresentativo o semplicemente funzionale al corso naturale della vita collettiva.
Un cuore che si impregna della Parola del Signore si riempie di saggezza, necessaria nello svolgere correttamente ogni funzione messa in campo. La vicenda dei migranti di questi giorni ne è l’esempio. C’è una Europa che avendo smarrito le sue radici cristiane si trova oggi nella difficoltà di gestire un fenomeno sociale che va oltre ad ogni ragionamento ragionieristico o di realpolitik. Cosa cambierebbe per chi governa in questo contesto, se fosse attento a custodire i segnali che vengono dalla sapienza divina del Creatore, visibili in ogni attestazione della storia corrente? Ma anche se non disdegnasse la “istanze celesti” che affluiscono direttamente al suo animo?
Secondo il pensiero evangelico non si troverebbe mai ad avallare le storture di questo mondo che pesano soprattutto sulla gente più debole, disperata o comunque non in grado di arrivare dignitosamente a fine mese. Qualcuno dice serafico che tutto si ripete e che bisogna assecondare gli eventi fino al loro naturale esaurimento. Un concetto semplicistico che anche una mente laica, ma attenta e positiva, quale quella del Guicciardini, non ha remore a smontarla, affermando che i fatti storici non si ripetono mai. Sta all’intuito umano, secondo il giurista fiorentino, saperne cogliere le novità e le sfumature che consentono di ridisegnare nuovi scenari, trovandone la soluzione più equilibrata.
Gli appelli del Papa Francesco sulla questione dei migranti vanno comunque diritti al cuore del problema: “l’Europa, aiutata dal suo grande patrimonio culturale e religioso, abbia gli strumenti per difendere la centralità della persona umana e per trovare il giusto equilibrio fra il duplice dovere morale di tutelare i diritti dei propri cittadini e quello di garantire l’assistenza e l’accoglienza dei migranti”. La realtà odierna ci dice che stia avvenendo tutt’altro! Molte figure di rilievo europeo non “sentono” alcuna voce di saggezza divina. Si fermano al loro “particulare”, affondando di fatto la speranza di popoli senza respiro, sia che fuggano da guerre o da realtà economiche al collasso.
Il vangelo ritorna come sempre al centro, anche se la società attuale tenda a riscoprire un nuovo materialismo che afferma un edonismo individualista, sempre più lontano da una visione redimente dei popoli. Quanto Maria custodiva nel cuore, meditandolo e di riflesso vivendolo al di fuori di sé stessa, solleciti ognuno a questa santa pratica vitale, qualunque sia la funzione ricoperta. Un modo certo per riprendersi la capacità interiore di ascoltare la voce del Signore e contribuire a cambiare la storia e promuovere il benessere materiale e spirituale di ogni comunità.

Chi volesse contattare l’autore può scrivere al seguente indirizzo email: egidiochiarella@gmail.com. Sito personale: www.egidiochiarella.it. Per seguire la sua rubrica su Tele Padre Piohttps://www.facebook.com/troppaterraepococielo
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Egidio Chiarella

Egidio Chiarella, pubblicista-giornalista, ha fatto parte dell'Ufficio Legislativo e rapporti con il Parlamento del Ministero dell'Istruzione, a Roma. E’ stato docente di ruolo di Lettere presso vari istituti secondari di I e II grado a Lamezia Terme (Calabria). Dal 1999 al 2010 è stato anche Consigliere della Regione Calabria. Ha conseguito la laurea in Materie Letterarie con una tesi sulla Storia delle Tradizioni popolari presso l’Università degli Studi di Messina (Sicilia). E’ autore del romanzo "La nuova primavera dei giovani" e del saggio “Sui Sentieri del vecchio Gesù”, nato su ZENIT e base ideale per incontri e dibattiti in ambienti laici e religiosi. L'ultimo suo lavoro editoriale si intitola "Luci di verità In rete" Editrice Tau - Analisi di tweet sapienziali del teologo mons. Costantino Di Bruno. Conduce su Tele Padre Pio la rubrica culturale - religiosa "Troppa terra e poco cielo".

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