Lettura
Eliseo promette a una donna pagana e senza figli, aperta all’accoglienza di un forestiero: «L’anno prossimo stringerai un figlio tra le tue braccia» (v. 16). Quanto è importante nascere in una buona famiglia! Nel Vangelo Gesù ci dice: “Chi ama padre, o madre, o figlio più di me non è degno di me”. Per diventare “un altro Gesù” occorre legarsi a lui con un amore che supera anche quello che si prova per i familiari più stretti. Con queste parole forti, il Maestro non disprezza la famiglia o la vita ma, per la nostra felicità, ci invita ad appartenere radicalmente a lui, condividendo la sua vita.
Meditazione
Prima di morire, parlando della sua vita, Gesù dice: “se il chicco di grano, caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto”. La stessa regola vale per noi. Ogni giorno l’amore per Cristo può richiedere da parte nostra rinunce, sacrifici, “tagli” che ci procurano sofferenze. Ogni giorno cioè siamo chiamati a prendere la nostra croce e andare dietro a lui. Seguire lui significa crocifiggere le nostre inautenticità, il nostro peccato, il nostro egoismo che ci impedisce di fare della nostra vita un dono di amore. Nella stessa direzione va l’ammonizione di Gesù: “Chi avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà, e chi l’avrà perduta per causa mia la troverà” (v. 39). Perché tanta insistenza su questo tema? Perché chi vive la vita come un bene strettamente personale e in modo egocentrico, l’avrà dissipata. La vita impiegata in questo modo è come un boomerang lanciato male, che non raggiunge il suo bersaglio e torna indietro, colpendo chi l’ha lanciato. È questa la tragedia del nostro tempo. Gesù sposta sulla sua persona “l’amerai il Signore tuo Dio, con tutto il cuore”, richiesto da Dio nell’Antico Testamento (cfr. Dt 6,5ss). La ragione è la coscienza che Egli ha di essere il Figlio di Dio, uno con Lui. Ecco perché “pretende” di convogliare su di sé tutte le energie vitali e affettive di ogni discepolo. La frequenza martellante, quasi ossessiva, del pronome di prima persona “me” (sette volte) vuole comunicarci l’esigenza che Gesù ha di essere l’unico e il tutto nella vita dei suoi discepoli. “Egli solo ti basta e nient’altro senza di Lui ti può bastare” (sant’Agostino). Chiediti: perdere la vita per guadagnarla! Ti sei mai sentito ricompensato per un atto di dono fatto con piena gratuità?
Preghiera
O Dio, che affidi alla nostra debolezza l’annunzio profetico della tua parola, sostienici con la forza del tuo Spirito, perché non ci vergogniamo mai della nostra fede, ma confessiamo con tutta franchezza il tuo nome davanti agli uomini, per essere riconosciuti da te nel giorno della tua venuta. Amen (Colletta della XII domenica del Tempo Ordinario, ciclo A).
Agire
Oggi mediterò l’impegnativa parola di Gesù, perdere la vita per ritrovarla, e compirò un gesto di gratuità verso chi non può ricompensarmi.
Meditazione del giorno a cura di padre Celeste Cerroni, tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it
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La vita un dono d’amore — Meditazione quotidiana
Meditazione della Parola di Dio di Domenica 2 Luglio, XIII del Tempo Ordinario (A)