Il viaggio ecumenico di papa Francesco in Sud Sudan non sarà possibile quest’anno. Lo ha annunciato a malincuore il direttore della Sala Stampa vaticana, Greg Burke.
Era stato lo stesso Pontefice a rivelare il 26 febbraio scorso durante la sua visita alla chiesa anglicana di Roma — la “All Saints Church” — il suo desiderio di recarsi insieme con l’arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, primate della Comunione anglicana, nel Paese africano.
“Sto studiando, i miei collaboratori stanno studiando la possibilità di un viaggio in Sud Sudan. Perché? Perché sono venuti i Vescovi, l’anglicano, il presbiteriano e il cattolico, tre insieme a dirmi: ‘Per favore, venga in Sud Sudan, soltanto una giornata, ma non venga solo, venga con Justin Welby’”, aveva dichiarato Francesco.
“Stiamo pensando se si può fare, se la situazione è troppo brutta laggiù… Ma dobbiamo fare perché loro, i tre, insieme vogliono la pace, e loro lavorano insieme per la pace”, aveva proseguito il Papa.
Già in precedenza, il 27 ottobre 2016, durante il suo incontro in Vaticano con i principali leader religiosi cristiani del Sud Sudan, il Papa aveva dichiarato la sua disponibilità di recarsi in Sud Sudan.
E al termine dell’udienza generale del 22 febbraio 2017, il Santo Padre aveva lanciato un appello per le popolazioni del Paese africano, colpite da una grande carestia, causata non solo dalla siccità ma anche dalla guerra e la violenza.
“In questo momento è più che mai necessario l’impegno di tutti a non fermarsi solo a dichiarazioni, ma a rendere concreti gli aiuti alimentari e a permettere che possano giungere alle popolazioni sofferenti. Il Signore sostenga questi nostri fratelli e quanti operano per aiutarli”, aveva detto Francesco.
“Mi spiace che il Papa non possa venire”, ha commentato l’arcivescovo cattolico di Juba, mons. Paolino Lukudu Loro, alla notizia del rinvio. “Il Paese certamente resterà deluso da questa notizia. Noi comunque speriamo ancora che il Santo Padre possa venire nel Sud Sudan”, ha detto alla rete di radio cattoliche italiane, InBlu Radio.
Nel frattempo peggiora la situazione dei cristiani in Sudan. Lo afferma L’Osservatore Romano nella sua edizione di mercoledì 31 maggio, che denuncia “la costante politica di demolizione di chiese e luoghi di culto condotta nel Paese”. A partire dal febbraio scorso, le autorità dello Stato di Khartoum hanno deciso di abbattere 25 edifici.
In seguito all’indipendenza del Sud Sudan dal Sudan, il governo di Khartoum aveva deciso che non avrebbe più permesso la costruzione di chiese, visto che la presenza cristiana era molto diminuita di numero, essendosi trasferiti in Sud Sudan molti cristiani. Ciononostante, i cristiani rappresenterebbero ancora circa il 26% della popolazione sudanese. (pm)
Sud Sudan / Pixabay CC0 - GDJ, Public Domain
Papa Francesco non andrà in Sud Sudan nel 2017
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