Sì, perché anche l’acqua porta l’impronta di Dio suo creatore e ci mostra qualcosa dell’amore.
L’acqua è limpida, incolore, non porta se stessa, non si impone; è trasparente, lascia vedere ciò che tocca; rispetta i colori sui quali passa; non ha forma sua propria, per assumere quella degli oggetti che sfiora e riempie; non ha sapore per diluire e amalgamare i sapori che si mescolano con lei; non ha una sua dimensione e misura, capace come è di entrare nell’infinitamente piccolo o di riempire gli oceani; istantaneamente assume la forma nella quale è riversata, sia un fiume o un ditale.
Non ha dunque fisionomia, né personalità, eppure ce l’ha e sta tutta nell’arte di “farsi uno” con tutto ciò che incontra sul cammino.
Non solo, ma l’acqua lava e purifica, portando via con sé la sporcizia delle cose; irriga e nutre, disseta, rinfresca, dà ristoro, dove passa nasce la vita. Nutre piante, animali, uomini; è adatta per tutti e non ha preferenze e non fa differenze.
Non è questo l’Amore? mi sono detto. Passare con disinvoltura in ogni realtà che si incontra attimo dopo attimo, senza far resistenza, vuoti e liberi di quanto si è vissuto prima, per assumere la forma del momento presente. Condividere ciò che i fratelli vivono, avendo cura del micro come del macrocosmo, essendo incolore, insapore, inodore, informe per riempire e abbracciare e rigenerare tutto ciò che si incontra, essendo impersonali per dare vita e personalità a tutto ciò che si tocca.
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Fontana / Pixabay CC0 - Hans, Public Domain
L’acqua riflesso di Dio
“Pillola quotidiana” di padre Andrea Panont