Daily meditation on the Gospel

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Fu elevato al cielo — Meditazione quotidiana

Meditazione della Parola di Dio di Domenica 28 Maggio 2017, VII di Pasqua, Ascensione del Signore, Anno A, Solennità (bianco)

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Lettura
Le letture sono incentrate sul mistero dell’Ascensione di Gesù al cielo. Il brano degli Atti degli Apostoli sottolinea in particolare la storicità dell’avvenimento, contestualizzandolo nella metodologia di Luca, che ha voluto trattare di «tutto quello che Gesù fece e insegnò dagli inizi fino al giorno in cui fu assunto in cielo». Il Vangelo di Matteo insiste invece sulla missione affidata alla Chiesa in questa svolta della storia della salvezza, in cui alla presenza fisica di Gesù subentra la sua azione per mezzo della Chiesa. La lettera agli Efesìni, infine, sottolinea le nuove prospettive per i discepoli di Cristo dopo la sua ascensione al cielo, in particolare per la loro fede, per il loro impegno nella vita e per l’attesa di una gloria futura.
Meditazione
Gesù, «elevato in alto», può offrire ai suoi discepoli un punto di vista più elevato di quello cui sono abituati nella vita quotidiana. La Lettera agli Efesìni auspica appunto «uno spirito di sapienza e di rivelazione per una profonda conoscenza di lui», e articola questa più profonda conoscenza in tre direzioni: la speranza, la gloria, la potenza. Per la fede del discepolo è di importanza fondamentale conoscere “la grandezza della potenza del Signore”. La professione di fede della Chiesa, che ha vissuto l’ascensione, dice con chiarezza che Gesù «salì al cielo e siede alla destra del Padre», esprimendo la certezza che Egli è sul versante della divinità ed è Dio come il Padre. Su questa certezza della divinità di Gesù emerge la consapevolezza della speranza, a cui sono chiamati coloro che fondano su di lui la propria esistenza. Il Vangelo di san Giovanni riporta una bellissima assicurazione del Signore: «Io sono la vite, voi i tralci». Quella vite e quei tralci sono alimentati da una linfa divina, per cui la grande speranza dei credenti è quella di partecipare alla dignità stessa di Dio. La consapevolezza di questa speranza deve aprire a grandi ideali: chi sa di essere intimamente unito al Figlio di Dio non si può rassegnare a una vita mediocre. «Quale grande amore ci ha dato il Padre, per essere chiamati figli di Dio e lo siamo realmente». Con queste parole san Giovanni, nella sua prima lettera, puntualizza che la grandezza della nostra speranza sta nel privilegio di essere figli di Dio, e con la stessa chiarezza esprime «quale tesoro di gloria racchiude la sua eredità: la nostra comunione è con il Padre e con il Figlio suo Gesù Cristo. Queste cose vi scriviamo perché la vostra gioia sia piena».
Preghiera
O Signore, dammi la forza necessaria per proseguire nella storia la tua stessa azione di salvezza, e alimenta la mia fiducia con la certezza della tua presenza accanto a noi, fino alla fine del mondo.
Agire
In questa giornata festiva che mi invita ad alzare lo sguardo verso il cielo, mi voglio interrogare su cosa posso fare per vivere da figlio di Dio e per contribuire alla realizzazione del Regno di Dio.
Meditazione del giorno a cura di Mons. Francesco Guido Ravinale, Vescovo di Asti, tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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