Pronunciando la sua ultima prolusione da presidente della Conferenza Episcopale Italiana (CEI), il cardinale arcivescovo di Genova, Angelo Bagnasco, ha aperto martedì 23 maggio 2017 il suo discorso ringraziando il Papa per il dialogo a porte chiuse con i vescovi, avvenuto ieri pomeriggio nell’Aula Nuova del Sinodo, “un lungo momento di ascolto, confronto e consolazione”.
“Al Romano Pontefice, con il quale il nostro Episcopato gode di un legame unico, rinnovo a nome mio e dell’intero Corpo Episcopale leale obbedienza e sincero affetto”, ha proseguito Bagnasco, che nella sua relazione si è soffermato sulla situazione italiana.
Il porporato, che sabato 27 maggio riceverà il Pontefice nella sua arcidiocesi, ha espresso particolare preoccupazione per lo “scioglimento delle relazioni in famiglia, nel lavoro, nei corpi intermedi, nella società, e perfino nelle comunità cristiane” e per la “presenza di un marcato populismo”. Quest’ultimo, ha detto Bagnasco, “non può essere snobbato”, ma “va considerato con intelligenza”.
Il cardinale arcivescovo di Genova, che è anche presidente del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa (CCEE), ha toccato poi il tema dei giovani — al centro dei lavori dell’Assemblea generale — e ha invitato le comunità ecclesiali a fare “spazio ai ragazzi e ai giovani”, affinché possano “sentirsi non solo accolti, ma anche desiderati e amati”. “Adulti e giovani, infatti, hanno bisogno gli uni degli altri”, ha ricordato Bagnasco.
Rivolgendosi direttamente ai giovani, il presidente uscente della CEI ha ricordato che la giovinezza è “l’età degli slanci e dei sogni” e ha quindi invitato i giovani a conoscere quel “tesoro che vale più di ogni cosa”, cioè Gesù. “Lasciatelo — così ha esortato — sempre più entrare nella vostra vita.”
“Molte volte — ha proseguito Bagnasco — abbiamo sollecitato la politica e la società civile perché abbiano una più giusta e concreta attenzione verso di voi: l’educazione integrale, l’accesso al lavoro, l’ascolto della vostra età, leggi che abbiano a cuore il futuro della società.”
Nel terzo punto della prolusione, il porporato ha richiamato l’attenzione sulle famiglie. “Dio continua in voi il miracolo della vita, vi chiama ad una missione straordinaria: generare non solo dei corpi, ma delle persone”, ha sottolineato l’arcivescovo di Genova, osservando che sul piano sociale le famiglie “si sentono sostanzialmente abbandonate”. Urgono “politiche familiari consistenti nelle risorse e semplici nelle condizioni e nelle regole”, poiché “non sostenere la famiglia è suicida”, ha avvertito.
Bagnasco si è soffermato anche sul fenomeno della povertà e la disoccupazione. “Non si può vivere a lungo senza sentirsi utili e autonomi”, ha osservato, ricordando che gli stessi vescovi sono “figli di operai e non pochi hanno conosciuto disagi e ristrettezze nelle loro case”.
L’ultimo pensiero del cardinale Bagnasco è andato ai sacerdoti, “i nostri primi collaboratori ed amici”. “Non abbiamo da inventarci, ci ha inventati Cristo”, ha ricordato il porporato, che ha invitato sacerdoti e vescovi a non smarrirsi di fronte alle “contraddizioni, l’avanzata del secolarismo e il rischio che l’umano si dissolva” e a non farsi cogliere “come Pastori assonnati, stanchi, inerti”, ma di essere “sentinelle del mattino, vigili e generose, pronte a indicare il nuovo giorno”.
Il testo integrale della prolusione è disponibile sulla pagina Internet di Avvenire.
Card. Bagnasco & Presidenza CCEE da Papa Francesco / © PHOTO.VA - OSSERVATORE ROMANO
Bagnasco: “Quel tesoro che vale più di ogni cosa: Gesù”
Prolusione del presidente uscente della CEI