“Una Chiesa che ha un passato recente di martiri.” Lo ha dichiarato lunedì 22 maggio 2017 alla Radio Vaticana il presidente della Conferenza episcopale del Guatemala (CEG), mons. Gonzalo De Villa y Vásquez, vescovo di Sololá-Chimaltenango.
Nell’intervista con l’emittente vaticana, realizzata dopo l’udienza dei vescovi guatemaltechi da papa Francesco, mons. De Villa y Vásquez ha evocato infatti la “grande persecuzione” che alla fine degli anni ‘70 ha colpito il Paese. Come ha ricordato il prelato, “il 23 settembre di quest’anno sarà beatificato il primo martire del Guatemala di quell’epoca”.
Ma il sangue dei martiri non è stato sparso invano. “Negli ultimi anni la Chiesa in Guatemala ha invece avuto diverse benedizioni”, ha sottolineato il presidente della CEG. “E’ cresciuto il numero delle vocazioni, abbiamo più seminaristi e ordinazioni sacerdotali di quanti ne abbiamo mai avuti nella nostra storia”, così ha detto mons. De Villa y Vásquez, che non nasconde comunque la sua preoccupazione per il crescente influsso delle Chiese pentecostali.
Un’altra sfida che sta affrontando la Chiesa guatemalteca è la lotta per i diritti umani e la difesa della vita. “La risposta dello Stato ai bisogni della popolazione nel campo della salute, dell’educazione e del lavoro continua però ad essere debole e insufficiente e questo genera tanti problemi”, dichiara il presidente della CEG, che denuncia le “potenti lobby”.
Nell’intervista alla Radio Vaticana, mons. De Villa y Vásquez si sofferma anche sul carattere “indigeno” della Chiesa locale, ricordando che nella sua diocesi “il 93% della popolazione è indigeno e la stragrande maggioranza del clero e dei seminaristi è indigena”, e sulle “polarizzazioni” create dal dibattito sulla questione delle industrie estrattive.
Parlando poi della “realtà importante” dell’immigrazione, il vescovo ricorda che grazie alle rimesse degli emigrati “solo l’anno scorso sono entrati 7mila milioni, pari a più di sette volte i proventi delle esportazioni di caffè” in Guatemala.
Ma il prezzo da pagare è molto alto, poiché l’emigrazione sta distruggendo le famiglie. “Abbiamo bambini e adolescenti che crescono senza la presenza del padre, che soffrono ed è più facile che prendano una cattiva strada”, ha sottolineato. (pdm)
Il Santo Padre e Vescovi Guatemaltechi, 22 maggio 2017 - © PHOTO.VA - OSSERVATORE ROMANO
Papa riceve i vescovi del Guatemala in visita ad limina
“Una Chiesa che ha un passato recente di martiri”