Parrocchia San Pier Damiani, Casal Bernocchi, 21 maggio 2017 / © PHOTO.VA - OSSERVATORE ROMANO

Papa: “Il chiacchiericcio distrugge le comunità”

Omelia nella Parrocchia di San Pier Damiani a Casal Bernocchi

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La visita pastorale di papa Francesco alla Parrocchia di San Pier Damiani si è conclusa con la Santa Messa.
La Celebrazione Eucaristica è stata preceduta da due incontri: il primo al campo della Polisportiva di Casal Bernocchi, con i bambini e i giovani del quartiere; il secondo con le famiglie dei battezzati nell’ultimo anno, i poveri assistiti dalla Caritas parrocchiale, gli ammalati e la Comunità neocatecumenale, nei locali della parrocchia, dove Francesco ha anche confessato quattro fedeli.
Nell’omelia, tenuta a braccio, Francesco ha sottolineato come il “nemico che distrugge le comunità” è “il chiacchiericcio”.
Partendo dalle letture, che la liturgia di questa VI Domenica di Pasqua ci ha offerto, Francesco ha presentato lo scenario del brano evangelico nel quale Gesù si congeda dai suoi, ai quali chiede di osservare i suoi comandamenti e promette un altro Paraclito, un altro “Avvocato”.
“Lo Spirito Santo — dice il Papa — è in ognuno di noi” e lo abbiamo “ricevuto nel Battesimo” da “Gesù e dal Padre”.
Siamo chiamati a custodire e non rattristare lo Spirito Santo, esorta Francesco, perché si ha dentro “Dio stesso” che dice “cosa fare e cosa non devi fare”, aiuta a “non sbagliare”, è l’Avvocato che “difende dal maligno”.
Pietro nella seconda lettura, fa notare il Santo Padre, ci dice che lo Spirito Santo “ci aiuta ad adorare Cristo nei cuori” e, con la sua “ispirazione”, a comprendere cosa “è buono” e cosa non lo è.
A chi chiede, continua Francesco, perché i cristiani “siamo così” bisogna rispondere con “dolcezza e rispetto”.
“Il linguaggio” dei cristiani che “custodiscono” il “dono” dello Spirito è un “linguaggio speciale”, non è un linguaggio tecnico come “il latino”, ma è “quello della dolcezza e del rispetto”. “Pensiamo — invita il Vescovo di Roma — al nostro atteggiamento: è un atteggiamento di dolcezza o di ira, amaro?”.
Francesco definisce “brutti” quei cristiani “pieni di amarezza” perchè, al contrario, si è sempre chiamati a custodire lo Spirito Santo che è “il dolce ospite dell’anima” che “insegna a rispettare gli altri”.
Il Papa, però, invita a fare attenzione “al diavolo” che “ci indebolisce nel servizio di Dio” e “farà di tutto” per sovvertire quel linguaggio di dolcezza.
Poi, citando il Regina Caeli di oggi, ripete che molta “gente si avvicina” alle comunità in ricerca di “pace”, di “rispetto”, ma invece trova “lotta interna”, “chiacchiere”, “maldicenze”, “concorrenza”. Questa gente se ne va delusa perché la comunità invece di “attrarre”, custodendo lo Spirito Santo, “allontana” con i suoi atteggiamenti. “Questo — dice il Papa, con un velo di tristezza — è il peccato più comune delle nostre comunità cristiane”.
Allora Francesco invita a notare, come ha fatto lui durante l’incensazione alla statua della Vergine, come la “Madonna” schiaccia il “serpente” perché è stata capace di custodire lo Spirito, diventando Madre di Gesù. La comunità che invece non è capace di custodire lo Spirito è “come il serpente”. “Questo è il nemico che distrugge le comunità: il chiacchiericcio”, sentenzia Francesco.
Il Papa in conclusione ci invita a chiedere la grazia di diventare custodi dello Spirito Santo “e non rattristarlo”, tenendo un “atteggiamento di dolcezza e di rispetto” così come lo Spirito “agisce in noi”.
Al termine, prima della benedizione, il parroco don Lucio Coppa ha ringraziato il Santo Padre per il dono della sua visita e, a nome di tutta la comunità, lo ha omaggiato con una statua del Buon Pastore, ricevendo in dono un calice.
Per leggere la trascrizione completa dell’omelia a braccio cliccare qui.

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Giuseppe Cesareo

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