“Con la canonizzazione di Francesco e Giacinta, ho voluto proporre a tutta la Chiesa il loro esempio di adesione a Cristo e testimonianza evangelica e anche ho voluto proporre a tutta la Chiesa di avere cura dei bambini.” Lo ha sottolineato papa Francesco nella sua catechesi prima del Regina Caeli di domenica 14 maggio 2017, durante la quale non ha commentato il Vangelo del giorno, ma si è soffermato sul suo viaggio-pellegrinaggio apostolico in Portogallo.
“A Fatima mi sono immerso nella preghiera del santo Popolo fedele, preghiera che là scorre da cento anni come un fiume, per implorare la protezione materna di Maria sul mondo intero”, ha raccontato il Pontefice, che ha voluto ricordare in particolare il clima di raccoglimento e di contemplazione che ha respirato nel santuario portoghese.
Con le sue apparizioni ai tre pastorelli, quali “depositari del suo messaggio”, Maria ha scelto “il cuore innocente e la semplicità”, ha spiegato il Papa. “Questi fanciulli lo hanno accolto degnamente, così da essere riconosciuti come testimoni affidabili delle apparizioni, e diventando modelli di vita cristiana”, ha proseguito Francesco, ricordando la fedeltà e l’ardore di Francisco e Jacinta Marto, e della loro cuginetta Lúcia dos Santos.
“Hanno corrisposto al privilegio ricevuto di poter vedere la Vergine Maria”, facendo penitenza e offrendo sacrifici per ottenere la fine della guerra e per le anime più bisognose della divina misericordia, ha detto Francesco.
“Anche oggi c’è tanto bisogno di preghiera e di penitenza per implorare la grazia della conversione, per implorare la fine di tante guerre che sono dappertutto nel mondo e che si allargano sempre di più, come pure la fine degli assurdi conflitti grandi e piccoli, che sfigurano il volto dell’umanità”, ha osservato il Papa.
Nell’arco della mattinata, il Papa aveva visitato già la Basilica di Santa Maria Maggiore, per pregare davanti all’icona “Salus Populi Romani” e ringraziare la Madonna per il felice esito del suo 19° viaggio internazionale.
Riportiamo di seguito il testo completo delle parole di papa Francesco prima della preghiera del Regina Caeli.
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Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Ieri sera sono ritornato dal pellegrinaggio a Fatima – salutiamo la Madonna di Fatima! – e la nostra preghiera mariana di oggi assume un significato particolare, carico di memoria e di profezia per chi guarda la storia con gli occhi della fede. A Fatima mi sono immerso nella preghiera del santo Popolo fedele, preghiera che là scorre da cento anni come un fiume, per implorare la protezione materna di Maria sul mondo intero. Rendo grazie al Signore che mi ha concesso di recarmi ai piedi della Vergine Madre come pellegrino di speranza e di pace. E ringrazio di cuore i Vescovi, il Vescovo di Leiria-Fatima, le Autorità dello Stato, il Presidente della Repubblica e tutti coloro che hanno offerto la loro collaborazione.
Fin dall’inizio, quando nella Cappella delle Apparizioni sono rimasto a lungo in silenzio, accompagnato dal silenzio orante di tutti i pellegrini, si è creato un clima raccolto e contemplativo, in cui si sono svolti i vari momenti di preghiera. E al centro di tutto è stato ed è il Signore Risorto, presente in mezzo al suo Popolo nella Parola e nell’Eucaristia. Presente in mezzo ai tanti malati, che sono protagonisti della vita liturgica e pastorale di Fatima, come di ogni santuario mariano.
A Fatima la Vergine ha scelto il cuore innocente e la semplicità dei piccoli Francesco, Giacinta e Lucia, quali depositari del suo messaggio. Questi fanciulli lo hanno accolto degnamente, così da essere riconosciuti come testimoni affidabili delle apparizioni, e diventando modelli di vita cristiana. Con la canonizzazione di Francesco e Giacinta, ho voluto proporre a tutta la Chiesa il loro esempio di adesione a Cristo e la testimonianza evangelica e anche ho voluto proporre a tutta la Chiesa di avere cura dei bambini. La loro santità non è conseguenza delle apparizioni, ma della fedeltà e dell’ardore con cui essi hanno corrisposto al privilegio ricevuto di poter vedere la Vergine Maria. Dopo l’incontro con la “bella Signora” – così la chiamavano -, essi recitavano frequentemente il Rosario, facevano penitenza e offrivano sacrifici per ottenere la fine della guerra e per le anime più bisognose della divina misericordia.
E anche oggi c’è tanto bisogno di preghiera e di penitenza per implorare la grazia della conversione, per implorare la fine di tante guerre che sono dappertutto nel mondo e che si allargano sempre di più, come pure la fine degli assurdi conflitti grandi e piccoli, che sfigurano il volto dell’umanità.
Lasciamoci guidare dalla luce che viene da Fatima. Il Cuore Immacolato di Maria sia sempre il nostro rifugio, la nostra consolazione e la via che ci conduce a Cristo.
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