Lettura
Il brano evangelico ci riconduce al discorso d’addio fra Gesù e i suoi discepoli e sottolinea in particolare il desiderio di affidare loro il proseguimento della sua missione. La lettera di san Pietro riprende l’invito di Gesù a proseguire la sua opera, alludendo alla realtà della Chiesa, “edificio spirituale, per un sacerdozio santo”. Il brano di Atti continua a mostrare come la Chiesa primitiva ha concretizzato le intenzioni di Gesù, integrando la funzione di predicazione e di preghiera degli Apostoli con la presenza di “uomini di buona reputazione”, ai quali “affidare il servizio delle mense”.
Meditazione
Ai discepoli, chiamati a proseguire la sua opera nel mondo e nella storia, Gesù promette: «chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi». Un bel testo di san Gregorio di Nazianzo (Orazione 14, “Sull’amore per i poveri”) elenca le virtù cristiane che possono costituire le grandi opere di cui parla Gesù, e edificare l’edificio spirituale per un sacerdozio santo. Conclude che «ciascuna di queste azioni costituisce una strada per la salvezza ed una strada che conduce a uno di quei posti perfettamente eterni e beati: poiché, come ci sono differenti scelte di vita, così anche presso Dio ci sono molti posti, che vengono suddivisi e distribuiti a ciascuno secondo il merito». Passa analiticamente in rassegna le virtù e per ciascuna indica un particolare testimone emergente dalla Sacra Scrittura, per concludere affermando l’importanza determinante della carità, in coerenza con la odierna lettura dagli Atti, da cui si apprende la preoccupazione della Chiesa di attivare il servizio agli orfani e alle vedove. «Bisogna considerare la carità il primo e il più grande dei comandamenti e la somma della Legge e dei Profeti. Trovo che la parte più considerevole di essa consista nell’amore per i poveri e nella capacità di commuoverci e di soffrire con tutto il nostro cuore insieme a coloro che ci sono fratelli. Da nessuna cosa infatti quanto dalla misericordia Dio riceve onore, poiché non c’è nessun’altra cosa più simile di questa a Dio». Sempre nello stesso testo, Gregorio fa una proposta di carità concreta, che possiamo accogliere nell’impegno personale e nella vita di Chiesa: «Bisogna dunque aprire il cuore a tutti i poveri e a coloro che soffrono per una causa qualsiasi, secondo il precetto che ci ordina di gioire con chi gioisce e di piangere con chi piange».
Preghiera
Grazie, Signore, perché ci vuoi insieme a te nel tuo regno e perché di questo regno ci rendi collaboratori, capaci di compiere le opere che hai compiuto tu. Donaci la forza di collocarci accanto ai fratelli poveri e bisognosi, come la Chiesa delle origini stava accanto agli orfani e alle vedove.
Agire
Oggi, in casa e negli ambienti che frequento, mi farò carico dei servizi più semplici, senza pensare che possa toccare ad altri.
Meditazione del giorno a cura di Mons. Francesco Guido Ravinale, Vescovo di Asti, tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it
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Costruiti come edificio spirituale — Meditazione quotidiana
Meditazione della Parola di Dio di Domenica 14 maggio 2017, V di Pasqua, Anno A (bianco)