Lettura
Siamo sempre nel contesto della cena di addio tra Gesù e i discepoli. Un contesto da testamento spirituale, in cui si mettono in evidenza le cose essenziali di quanto si è vissuto insieme. Il prologo del Vangelo di Giovanni aveva annunciato che «in principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio» e Gesù sottolinea: «Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio». La frase centrale del Prologo diceva che «il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi»; e nella cena Gesù dice che è venuto a «compiere le opere del Padre». Infine, Gesù promette: «qualunque cosa chiederete nel mio nome, la farò».
Meditazione
Paolo e Barnaba, come tutta la Chiesa primitiva, avevano raccolto l’essenziale del messaggio di Gesù, e si erano impegnati a comunicarlo innanzi tutto ai Giudei, ricevendone in cambio gelosia e parole ingiuriose e ricavando la convinzione di doversi piuttosto rivolgere ai pagani. La disavventura di Paolo e Barnaba mette in evidenza che sovente, nel nostro impegno spirituale, anche noi rifiutiamo le buone ispirazioni e ci rifiutiamo di amare Dio. San Francesco di Sales, nel capitolo decimo del Trattato dell’amor di Dio, fa notare la gravità di questo rifiuto: “indurirono il loro cuore e resistettero alla grazia che veniva loro offerta”. A chi si addentra nella vita spirituale, come il suo Teotimo, egli ricorda che «quanti hanno ricevuto meno aiuti sono attirati a penitenza, mentre coloro che ne hanno ricevuto di più hanno indurito il loro cuore; coloro che hanno minor motivo di avanzare, vengono alla scuola della saggezza, mentre coloro che ne hanno di più rimangono nella loro follia». Anche per noi è incombente il pericolo di non corrispondere alle tante grazie di cui l’amore del Signore ci inonda, per cui è quanto mai opportuna l’ammonizione del Vescovo di Ginevra: «con questo giusto giudizio saranno condannati i Giudei in confronto dei niniviti, perché quelli hanno ricevuto molti favori e non hanno avuto alcun amore, molta assistenza, ma nessun pentimento; questi invece favori minori e molto amore, minore assistenza e maggiore penitenza». Sarà opportuno lasciarci stimolare ancora da queste forti espressioni: «non ti è mancata la grazia, perché tu l’avevi per natura, più di tutti, ma sei tu che sei venuto meno alla grazia; Dio non ti aveva privato dell’azione del suo amore, ma sei tu che hai tolto al suo amore la tua collaborazione».
Preghiera
O Dio buono, che ci inondi della tua bontà misericordiosa, non permetterci di sciupare i doni del tuo amore. Nella certezza che “qualunque cosa chiederemo nel tuo nome tu la farai”, rendici capaci di corrispondere alle tante grazie di cui ci hai favoriti.
Agire
San Paolo poteva dire: “ho faticato più di tutti loro, per la grazia di Dio che è con me”. A mia volta devo interrogarmi sovente, per verificare se la grazia di Dio in me è stata resa vana.
Meditazione del giorno a cura di Mons. Francesco Guido Ravinale, Vescovo di Asti, tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it
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Noi ci rivolgiamo ai pagani — Meditazione quotidiana
Meditazione della Parola di Dio di Sabato 13 Maggio 2017, della IV Settimana di Pasqua, Feria (bianco) | Beata Vergine Maria di Fatima (bianco), memoria facoltativa