Lettura
Le parole di questo brano del Vangelo prendono luce dalla lavanda dei piedi, che Gesù ha appena compiuto nei confronti dei suoi commensali. Egli è colui che serve e, giunto ormai al termine della sua missione terrena, sottolinea il suo essere servo, perché vuole aiutare gli uomini ad accogliere colui che lo ha mandato, il Padre che ha tanto amato il mondo da dare il suo unico Figlio. La prima lettura parla di Barnaba e Saulo, che a loro volta si sono messi al servizio dello Spirito di Dio, vivono la sofferenza della separazione da Giovanni, loro compagno di viaggio e di missione, ma rimangono fedeli al loro impegno di annunciare la salvezza di Dio.
Meditazione
Nel discorso di Gesù emergono i diversi modi con cui Egli ha voluto essere servo: il gesto della lavanda dei piedi indica che non si sottrae ai servizi più umili. Il fatto di avere dovuto discutere con Pietro per fargli accettare questo gesto dice che Egli non teme di esporsi alla non accettazione di quanto va compiendo. Il tradimento di Giuda che compie la Scrittura, dimostrando che “colui che mangia il mio pane ha alzato contro di me il suo calcagno” è, ancora, dimostrazione di un servizio disponibile all’ipotesi del fallimento. Infine, Gesù è servo disinteressato, perché non cerca di essere accolto, ma di far accogliere Colui che lo ha mandato. Paolo e Barnaba prolungano nella vita della Chiesa il servizio di Gesù, con il loro impegno disagevole e faticoso, per far comprendere che nella storia Dio si è reso presente grazie a uomini inviati a indicare la via della salvezza: il popolo ebraico, i giudici che lo avevano governato, i re Saul e Davide, ma soprattutto Gesù, il Salvatore. Il punto decisivo della salvezza è Lui, e solo accogliendo Lui si accoglie la salvezza. Ma per accogliere Gesù occorre accogliere generosamente chi lo rappresenta: gli apostoli che Egli ha mandato nel mondo, la Chiesa che prolunga la presenza degli Apostoli nella storia, il fratello bisognoso. Alla Chiesa di oggi è affidato il servizio della salvezza, che impegna i credenti a essere missionari e accoglienti, disponibili a parlare in nome di Dio e consapevoli che l’accoglienza degli altri è pur sempre accoglienza di Dio. Il salmo responsoriale concretizza questa dinamica, suggerendo gli atteggiamenti interiori che la rendono possibile: “canterò in eterno l’amore del Signore”; “ho trovato Davide e l’ho accolto come persona consacrata”; “la mia fedeltà e il mio amore saranno con Lui”.
Preghiera
O Signore, che hai sempre dato testimonianza di servizio, insegnami a servire come te. Che io accetti l’umiliazione dell’ultimo posto, ma rendimi anche disponibile a parlare ai fratelli con la franchezza di chi si sente inviato da te.
Agire
Servire con piena disponibilità: a lavare i piedi come Gesù, e a predicare il Vangelo come Saulo e Barnaba, nella certezza che nei fratelli accolgo Gesù e Colui che lo ha mandato.
Meditazione del giorno a cura di Mons. Francesco Guido Ravinale, Vescovo di Asti, tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it
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Un servo non è più grande del suo padrone — Meditazione quotidiana
Meditazione della Parola di Dio di Giovedì 11 maggio 2017, della IV Settimana di Pasqua, Feria (bianco)