Daily meditation on the Gospel

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Non fate parte delle mie pecore — Meditazione quotidiana

Meditazione della Parola di Dio di Martedì 9 maggio 2017, della IV Settimana di Pasqua, Feria (bianco)

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Lettura
Il brano evangelico offre le coordinate di tempo e di spazio per far conoscere il quando e il dove si svolge il confronto fra Gesù e i Giudei. Soprattutto vi emerge l’argomento di fondo della discussione: «Se tu sei il Cristo». Gesù indica inoltre il motivo dell’incomprensione: «Non credete perché non fate parte delle mie pecore». Potrebbe sembrare una preclusione pregiudiziale, ma il brano di Atti precisa che non si è del gregge di Gesù per appartenenza etnica, ma per disponibilità all’ascolto. Infatti, “un grande numero di Greci credette e si convertì”.
Meditazione
Il problema religioso di fondo è l’adesione di fede alla parola del Signore. Gesù precisa che tale adesione consiste in un incontro tra la verità che viene proposta e il cuore dell’uomo chiamato ad accoglierla. Il racconto di Giovanni è la concreta rappresentazione della parabola del seminatore, narrata dagli evangelisti sinottici. “Il seminatore uscì a seminare, ma il seme cadde parte sulla strada, parte sul terreno sassoso, parte sulle spine e parte sulla terra buona” (cfr. Mt 13,3-8). La parola di Gesù è un grande dono offerto a tutti indistintamente, ma ha bisogno di trovare il terreno buono dell’ascolto disponibile, dell’apertura fiduciosa e della risposta generosa. L’ascolto sospettoso di buona parte dei Giudei si era tradotto in un clamoroso rifiuto del suo messaggio, mentre l’apertura fiduciosa dei Greci delle Fenicia, di Cipro e di Antiochia consentì che un grande numero di loro potesse credere e convertirsi al Signore. I testi proposti alla nostra meditazione ci chiedono innanzi tutto di verificare se noi stessi siamo aperti ad accogliere Gesù, fiduciosi che veramente Egli ci indica la strada della bontà e della felicità. In secondo luogo, essi propongono di tradurre l’accoglienza della parola in vita vissuta. «Ad Antiochia per la prima volta i discepoli furono chiamati cristiani» proprio perché «un grande numero credette e si convertì al Signore». Se a nostra volta vogliamo essere cristiani, dobbiamo ripetere lo stesso percorso di ascolto, di fede e di vita vissuta, accogliendo l’indicazione di Barnaba, che esortava «tutti a restare, con cuore risoluto, fedeli al Signore». La fedeltà al Signore non sarà soltanto il segno dell’autenticità del nostro essere cristiani, ma la premessa più appropriata per estendere l’annuncio, ancora come ad Antiochia, dove «una folla considerevole fu aggiunta al Signore».
Preghiera
Signore Gesù, tu sei il Cristo. Io lo credo perché appartengo alle tue pecore, che tu ami e che nessuno strapperà dalla tua mano. Aiutami a restare fedele a te, a credere alla tua parola e a vivere in coerenza. E fa’ che la mia presenza aiuti la comunità ad essere terreno adatto per accogliere la tua parola di salvezza.
Agire
Voglio ascoltare e riconoscere la voce di Gesù, che mi dice la sua volontà con la Sacra Scrittura, con l’insegnamento della Chiesa e con gli avvenimenti della vita.
Meditazione del giorno a cura di Mons. Francesco Guido Ravinale, Vescovo di Asti, tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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