Lettura
Nel Vangelo Gesù accetta un aperto confronto con i Giudei (Gv 10,22-23). Il testo riprende e sviluppa la grande tematica proposta domenica scorsa: il buon Pastore dà la vita per le pecore che sono già nell’ovile, e non si dà pace finché non ha “riguadagnato” le pecore che nell’ovile non ci sono ancora. La lettura tratta dagli Atti degli Apostoli descrive come in concreto la primitiva comunità apostolica ha voluto condividere lo spirito di Gesù, buon pastore, anche a costo di sfidare precomprensioni e schemi restrittivi.
Meditazione
L’evangelista non trascura di annotare l’esito del confronto: «Sorse di nuovo dissenso tra i Giudei per queste parole. Molti di loro dicevano: “È indemoniato ed è fuori di sé; perché state ad ascoltarlo?”. Altri dicevano: “Queste parole non sono di un indemoniato; può forse un demonio aprire gli occhi ai ciechi?”» (Gv 10,19-21). Ad entrambi i gruppi è riservato un messaggio. A chi non lo accetta, il Signore ricorda che la porta dell’ovile di salvezza è soltanto Lui: solo “se uno entra attraverso di me, sarà salvato” (v. 9). A chi invece gli crede, chiede di accogliere e condividere la sua missione, con il suo stesso stile di amore sincero, di donazione totale e di preoccupazione per chi non riesce a trovare la strada giusta. Lo spirito di Gesù, Buon Pastore, si concretizza nel dare la vita; perciò esclude due ipotesi piuttosto ricorrenti: il dilettantismo e lo stile mercenario. Non può essere buon pastore il dilettante del regno di Dio, che se ne occupa quando può e quando gli torna comodo, se lo ritiene opportuno e se non ha altro da fare. Ma neppure il mercenario, che vi si dedica per mestiere, magari anche in modo professionale, e può essere pastore buono, ma non gli importa delle pecore. Chi, come Gesù, si pone in una relazione di conoscenza e di rapporto personale, dà la vita, che non significa immediatamente morire, ma piuttosto vivere e dare l’anima per il loro bene, con generosità e donazione totale. La vicenda di Pietro, chiamato dallo Spirito ad entrare senza esitazione in casa di uomini non circoncisi, insegna a realizzare una Chiesa in uscita, nonostante alcuni benpensanti possano trovare da ridire, perché Gesù desidera guidare anche le pecore che non provengono dal suo recinto, e perché non si deve chiamare “profano” ciò che Dio ha purificato a costo del suo sangue.
Preghiera
O Gesù, buon pastore, che hai dato la vita per ciascuno di noi, fa’ di me un pastore zelante, come te. Insegnami a donarmi sempre, a tutti e in ogni momento, in un coinvolgimento totale, con il desiderio di amare come ami tu, vicini e lontani, senza darmi pace finché qualcuno rimane escluso dalla strada della salvezza.
Agire
Osservando il comportamento dei fratelli, non mi limiterò ad approvare o disapprovare, ma mi lascerò coinvolgere, “gioioso” se hanno trovato l’ovile giusto, e “preoccupato” se li vedo fuori strada.
Meditazione del giorno a cura di Mons. Francesco Guido Ravinale, Vescovo di Asti, tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it
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Il buon pastore — Meditazione quotidiana
Meditazione della Parola di Dio di Lunedì 8 maggio 2017, della IV Settimana di Pasqua, Feria (bianco)