Lettura
Del grande segno sui pani e sui pesci, della traversata di Gesù sulle acque e dell’importante discorso nella sinagoga di Cafàrnao su Gesù Pane di Vita (Gv 6), sembra non sia rimasta alcuna traccia. A Gerusalemme e in Giudea non ne sono a conoscenza, e nemmeno i parenti stretti di Gesù ne conservano memoria. È prova che i segni valgono solo per quel dato momento, per quella limitata ora. Questo non ne diminuisce l’importanza, ma la riporta all’Origine. È straordinaria la capacità di Gesù di ricominciare sempre daccapo, appoggiandosi all’unico suo fondamento: il Padre da cui viene e che lo ha mandato.
Meditazione
Siamo quasi giunti alla stretta finale del cammino di Quaresima. Abbiamo capito che al peccato si può resistere e abbiamo anche visto in che modo (le Tentazioni di Gesù); abbiamo contemplato che Mosè ed Elìa stanno dalla parte di Gesù, che lotta come loro, e quanto compiacimento esprima il Padre per il Figlio così disposto (la Trasfigurazione); attraverso la samaritana, Gesù ci ha mostrato che Egli ci viene incontro perfino nella nostra assuefazione al peccato (III Domenica); infine, il segno sul cieco nato (IV Domenica) mette in guardia dal considerare conclusa la lotta tra luce e tenebre, tra il peccato e la grazia: questa ci accompagnerà sempre. Tutte le letture fin qui meditate possono essere definite, secondo una bella espressione di Rossi De Gasperis, «linee di sbarramento sapienziale contro il sentire mondano». Tutto ciò dovrebbe almeno aiutarci ad evitare quella che Ignazio definisce elezione obliqua, cioè una maniera disordinata di volere e di scegliere, inquinata da personalismi, timori, improvvisazione, pesantezze causate da superficialità e abitudine, insorgenze di superbia, orgoglio, aggressività più o meno latente. L’insegnamento di Gesù, nel Vangelo di questa feria, è la migliore linea di sbarramento sapienziale, non solo al di fuori di noi ma, ciò che più importa, al nostro interno. Se infatti pretendiamo di conoscerlo, abbiamo già chiuso gli occhi di fronte a Lui; se ci basta quello che già sappiamo, abbiamo già indurito orecchie e cuore; se crediamo di essere nel giusto, abbiamo già spento lo Spirito. «Chi dice “lo conosco” e non osserva i suoi comandamenti è bugiardo e in lui non c’è la verità. Chi invece osserva la sua parola in lui l’amore di Dio è veramente perfetto. Da questo conosciamo di essere in lui» (1Gv 2,4s.).
Preghiera
Padre, ora si sono manifestati i pensieri dei cuori: uccidere tuo Figlio. Ma sei tu a stabilire quando e come gli saranno messe le mani addosso, perché viene da te e sei tu che lo hai mandato. È un pensiero che ci spezza il cuore, ma solo tu ci puoi liberare da questo male.
Agire
Al termine di questo mese, riserverò un tempo speciale, nella giornata, alla recita e meditazione del Salmo 51(50), Miserere, per chiedere la grazia del vero pentimento.
Meditazione del giorno a cura di don Marco Simbola, tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it
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Non sono venuto da me stesso — Meditazione quotidiana
Meditazione della Parola di Dio di Venerdì 31 Marzo 2017