“Una delle nostre suore è stata scelta per far parte della Commissione di spiritualità che sta preparando il programma di accoglienza del Santo Padre con l’animazione spirituale delle parrocchie e dei fedeli”. Madre Maria Clara Caramagno, superiora provinciale in Egitto delle Suore Francescane missionarie del Cuore Immacolato di Maria, esprime a ZENIT la loro gioia alla notizia del viaggio di Papa Francesco al Cairo (28-29 aprile). Queste suore sono il ritratto di una comunità che dall’ottocento è al servizio della popolazione egiziana.
Nel Medio Oriente, le Suore Francescane missionarie del Cuore Immacolato di Maria sono anche presenti in Israele (2 comunità), in Giordania (2), Libano (1), Siria (Damas), Palestina, Iraq (Bagdad, dove 2 case sono state bruciate, e Ninive-KaraKosh).
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Come avete accolto, in comunità, la notizia della venuta di Papa Francesco? Come pensate di prepararvi?
La notizia della visita in Egitto di Papa Francesco ci ha entusiasmate e ci stiamo preparando a riceverlo anzitutto con la preghiera affinché questa visita sia accolta come un dono del Signore: giovi a migliorare la situazione attuale e sia per cristiani e musulmani un esempio visibile di fratellanza. Concretamente, sensibilizziamo gli alunni delle nostre scuole ed i loro familiari a questo avvenimento portatore di pace. Una delle nostre suore è stata scelta per far parte della Commissione di spiritualità che sta preparando il programma di accoglienza del Santo Padre con l’animazione spirituale delle parrocchie e dei fedeli in genere.
Quante comunità della vostra congregazione lavorano in Egitto, e per quale servizio?
La nostra Congregazione conta attualmente in Egitto 15 comunità dislocate in Basso e Alto Egitto, dalle rive del Mediterraneo con tre case in Alessandria fino alla famosa Luxor (presso l’antica Tebe). Siamo in tutto 83 suore e prevalentemente impegnate nelle 15 scuole, da quelle per l’Infanzia (15) alle elementari (14), alle medie (6) fino al Liceo (2) con una popolazione scolastica globale di 11.543 alunni. Un vero esercito di anime da curare che il Signore ci ha affidato, composto per oltre la metà da musulmani: del resto noi sin dalle origini abbiamo sempre lavorato con persone di diverse religioni e nazionalità. Abbiamo inoltre 5 dispensari per la cura dei poveri che aumentano sempre più perché non possono sostenere le spese ospedaliere o di medici privati. Abbiamo a Luxor un orfanotrofio con 18 ragazze. Lavoriamo con i giovani e i bambini in tante parrocchie sia per le catechesi che per altre attività. Aiutiamo ovunque numerosi poveri, specialmente quando sono malati ed anche li visitiamo nelle loro abitazioni… Partecipiamo alle iniziative della Chiesa universale come pure a quelle della Chiesa locale copto-cattolica.
Una scuola vostra bruciata nell’estate 2013 è stata ricostruita…
Una nostra scuola dell’Alto Egitto, quella di Beni Suef, è stata bruciata da fanatici, ma i vertici dell’esercito l’hanno fatta ricostruire dai militari sapendo che noi accogliamo, senza alcuna discriminazione, alunni di diverse religioni e grazie a Dio già da due anni la scuola è stata riaperta. Anzi ora tutti vogliono che si apra anche la scuola media perché apprezzano molto la formazione data ai bambini. Infatti uno dei nostri principali obiettivi è quello di educare i futuri cittadini al rispetto reciproco della religione delle persone. La spesa non è da poco e confidiamo nella Provvidenza che mai abbandona chi confida in Dio.
Vi serve un aiuto per la casa che è crollata ?
Purtroppo, dopo aver restaurato la parte della casa crollata a causa della costruzione di un nuovo, grande edificio, costruito proprio accanto al nostro, siamo attualmente obbligate a fare enormi lavori di restauro in un’altra parte della nostra abitazione pericolante a causa della rottura delle vecchie tubature che hanno danneggiato le stanze delle suore. La tanta umidità presente nel sottosuolo ha rovinato il pavimento e le pareti della cappella ed anche lì vi sono dei lavori in corso. Abbiamo quindi veramente bisogno di qualche benefattore e vi saremmo molto grate se poteste darci una mano.
Quando e come la vostra comunità, fondata in Italia, è arrivata in Egitto? E per quale missione?
La nostra fondatrice, la Beata Madre Maria Caterina Troiani, è arrivata in Egitto il 14 settembre 1859 su invito del Vicario apostolico mons. P. Guasco, che aveva bisogno di suore per l’istruzione delle ragazze cristiane e per la formazione religiosa dei loro familiari. Prima di giungere in Egitto, mentre la nave era ferma a Malta, le sei suore pioniere appresero la notizia dell’improvvisa morte del vescovo che li attendeva e soltanto la fede ed il coraggio di suor. M. Caterina convinse le altre consorelle a proseguire il viaggio ed iniziare, con l’aiuto del Signore, il lavoro proprio in questo quartiere di Clot Bey, al Cairo, in questa casa benedetta in cui noi, per grazia, ora ci troviamo a continuare l’opera delle origini, per la gloria di Dio ed il bene dei fratelli. Madre Caterina in Egitto aprì scuole e dispensari in varie regioni, fondò orfanotrofi per il “riscatto delle morette”, aiutò tanti poveri non risparmiando sacrifici. Animata dalla passione per la salvezza delle anime aprì ben sette case, sempre fiduciosa nella provvidenza e nel suo caro San Giuseppe, fondò missioni anche fuori dall’Egitto: a Gerusalemme, a Malta, in Italia. Oggi, grazie al coraggio indomito di questa donna che ci ha lasciato in eredità il suo carisma missionario, l’Istituto è presente in 4 continenti (Africa, Asia, Europa e America) ed in 15 nazioni (Africa: Egitto, Marocco, Guinea Bissau, Eritrea; Asia: Cina, Palestina, Israele, Giordania, Libano, Siria e Iraq; Europa: Italia e Malta; America: Brasile e Stati Uniti).
Vuole aggiungere qualcosa ?
Voglio esprimere la gioia di trovarmi in questa missione e chiedo al Signore di aiutare me e le mie consorelle ad essere ovunque “missionarie della misericordia” con una vita di testimonianza evangelica. Quando la vita parla, tutti comprendono.
cortesia della "Suore missionarie d'Egitto" - francescanedegitto.org
Egitto: la gioia dei preparativi per accogliere Papa Francesco
Intervista a Madre Maria Clara Caramagno, missionaria in uno dei quartieri più poveri de Il Cairo