Daily meditation on the Gospel

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Prima riconciliati con il fratello — Meditazione quotidiana

Meditazione della Parola di Dio di Venerdì 10 Marzo 2017

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Lettura
Gesù analizza un comandamento alla luce di quanto insegnato prima. Nelle Beatitudini ha afferrato i cuori perché si distacchino da sé (Mt 5,1-12); le immagini della città e della lampada poste in alto sono il salario divino per chi accetta la sorte dei profeti (Mt 14-16); l’inviolabilità delle minuzie della Legge esorta alla fedeltà nel poco in vista del molto (Mt 17-19). Ecco il superamento indicato da Gesù: uno sguardo che si allarga verso tutte le esigenze. Non si discute sulle cose di Dio obiettando una frase con un’altra, ma usando una memoria larga di tutte le Scritture. La breve parabola sul sale, inserita in precedenza (Mt 13), aveva già preparato ad entrare in questa sapienza più ampia.
Meditazione
Il satana si presenta come un giusto benintenzionato, di quelli che ripetono: «Lo dico per il tuo bene!». Gesù solleva il velo e trova la menzogna; Egli ci parla e solleva il velo delle nostre ambivalenze. Vorremmo un Gesù meno severo, più conciliante; eppure non c’è bisogno che Egli “dica” continuamente che ci ama per far passare il Suo Amore e preservare l’integrità della nostra persona. Se mi propongo di non uccidere, secondo il comandamento, vuol dire che una parte di me avrebbe voglia di farlo; se evito di adirarmi con il fratello è perché dentro di me sono già furioso per qualcosa di lui; se non devo nemmeno dirgli stupido o pazzo, è perché ho già notato elementi di stupidità o di pazzia. Il comandamento mi fa innanzitutto notare che già ci ho pensato e quindi c’è prima in me, a monte, qualcosa che non va. Qui sta la giustizia del regno, più che in una radicalizzazione estrema del comandamento, che però non risolve il problema di quello che sta nel mio cuore. Se anche quando presento la mia offerta all’altare mi ritorna in mente ciò che di male ho fatto al fratello o che lui ha fatto a me, vuol dire che sempre mi corrodono rimorso o rancore; quindi prima ancora ci sono dei conti che vanno compiuti con se stessi. Gli scribi e i farisei sono dei giusti, eppure in essi c’è una circolarità tra comandamento-osservanza-ancora comandamento per evitare trasgressioni e così via. Occorre superare questo circolo vizioso, non la loro fedele osservanza, e questo può avvenire liberando progressivamente il cuore, attraverso cui tutto passa e dal quale tutto sgorga: «Ciò che esce dall’uomo è quello che rende impuro l’uomo. Dal di dentro, infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male» (Mc 7,20).
Preghiera
Dona, Padre, un cuore nuovo e uno spirito nuovo, perché, secondo la Parola di Gesù, la nostra giustizia non si fermi a dare e avere, ma abbia cura del prossimo, con rispetto, compassione, ricerca continua di riconciliazione, al di là di schemi, senza durezze, rancori, interessi personali.
Agire
Oggi farò attenzione a come parlo del mio prossimo, quali termini uso per definire o indicare i fratelli; e non trascurerò nemmeno il tono della mia voce.
Meditazione del giorno a cura di don Marco Simbola, tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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