Papa Francesco esprime nuovamente preoccupazione per l’aumento del populismo in Europa occidentale. Lo fa stavolta in una intervista pubblicata oggi, 9 marzo 2017, sul settimanale tedesco Die Zeit e ripresa dalla Radio Vaticana.
Dietro ai populismi – secondo Francesco – c’è sempre “un messianismo: sempre. E anche una giustificazione”, quella di preservare l’identità di un popolo. Ai populismi il Pontefice contrappone invece i grandi politici del dopoguerra nel Vecchio Continente, che “hanno immaginato l’unità europea”, “una cosa non populista” ma “una fratellanza di tutta l’Europa, dall’Atlantico agli Urali”.
Secondo il Papa sono questi i “grandi leader”, “che sono capaci di portare avanti il bene del Paese senza essere loro al centro. Senza essere messia: il populismo è cattivo e alla fine finisce male, come ci mostra il secolo scorso” e qui cita Hitler.
Il Vescovo di Roma, sempre a proposito di geopolitica, è tornato a parlare anche di “terza guerra mondiale a pezzetti”, con riferimento all’Africa, all’Asia, all’Iraq, “alla povera gente che è stata cacciata via”, dice. Si tratta di una guerra che “si fa con le armi moderne e c’è tutta una struttura di fabbricatori di armi che aiuta questo”.
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Nuovo affondo del Papa contro il "populismo" in Europa
Intervistato dal settimanale tedesco “Die Zeit”, Francesco ha parlato di nuovo della “terza guerra mondiale a pezzi”, dietro la quale ci sono i “fabbricatori di armi”