Lettura
L’esposizione del Padre Nostro era stata letteralmente strappata dal contesto originale: la sequenza dei tre pilastri del cammino penitenziale nel Vangelo delle Ceneri: elemosina, preghiera – appunto – e digiuno. Ora ritorna come formula, svincolata però dal progetto originale di Gesù: il nodo che unisce, nel colloquio con il Padre, sia la generosità all’esterno (elemosina) che l’ascesi interiore (digiuno). È bene ricollocare la preghiera insegnata da Gesù nel contesto della vita integrale, che Gesù nelle sue parole considera sempre tutta insieme. Il Padre Nostro situa ciascuno, a partire dal rapporto fondante con Dio, nella relazione fraterna e con il mondo.
Meditazione
Il satana aveva indicato a Gesù un ideale di iper-fede, un cammino nel vuoto: non mancherà il soccorso di Dio neanche se ti gettassi dal pinnacolo del Tempio. Anche in questo caso una razionalizzazione semplificante, non una trascrizione fedele delle parole del Battesimo, con cui Gesù, proclamato figlio, viene immesso nel dinamismo della preghiera che ha la stessa vastità dei cieli, per iniziare un cammino storico e spirituale in cui ciascuno potrà ritrovare se stesso. Il Padre certamente conosce i nostri bisogni, ma ognuno di questi, come dice Ignazio, è solo un punto da trattare, per farvi sopra orazione quotidiana; lontanissimo dalla passività e rassegnazione di letture pigre e fuorvianti del Vangelo. Il Padre conosce tutto prima ancora di qualsiasi richiesta, ma poi resta un orizzonte sconfinato: innanzitutto la modalità del desiderio con cui ci muoviamo dalla nostra povertà verso l’adempimento nella grazia. A partire dai nostri bisogni c’è ancora un mondo da scoprire: la qualità del nostro amore, la coscienza di essere amati, il nostro rapporto con la Legge di Dio, il legame con gli altri fino al perdono, l’uso giusto e sapiente delle cose del mondo, il culto personale della nostra immagine, la purificazione necessaria per tornare all’essenziale, il coinvolgimento nella fede, l’investimento delle energie nella speranza, la scommessa totale dell’essere nella carità. Nella preghiera ogni nostra povertà come la fame, la divisione, la debolezza, la paura, si apre alle “energie” di Dio: il suo Nome Santo di Padre, invocato dallo Spirito Santo nel nostro spirito (Rm 8,15.26); il Regno dove viene “ sollevato dalla polvere il debole e innalzato dall’immondizia il povero” (Sal 113,7); la sua Volontà che “tutti gli uomini siano salvati e giungano alla conoscenza piena della verità” (1Tm 2,4) e “siano risuscitati da Gesù nell’ultimo giorno” (Gv 6,40).
Preghiera
Il Padre Nostro va gridato da chi cerca il Signore e, con il cuore spezzato e lo spirito affranto chiede liberazione e salvezza; ma anche da chi è giusto e perdona.
Agire
Mi domando se devo perdonare qualcuno, e per quale colpa, ma, anche, se c’è qualcuno a cui devo chiedere perdono, e gli vado incontro.
Meditazione del giorno a cura di don Marco Simbola, tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it
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Pregando, non sprecate parole — Meditazione quotidiana
Meditazione della Parola di Dio di Martedì 7 Marzo 2017