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"Maternità surrogata, nuova schiavitù per le donne": un articolo de L'Osservatore Romano

Reazione a una decisione della Corte d’Appello di Trento di riconoscere due uomini come padri di una coppia di gemelli ottenuti con la maternità surrogata

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“Una nuova schiavitù per le donne”, i cui elementi commerciali rivelano un “carattere disumano”. Con un articolo su L’Osservatore Romano in lingua italiana del 5 marzo 2017, Lucetta Scaraffia non usa mezzi termini riguardo alla recente ordinanza del Tribunale di Appello di Trento che ha riconosciuto due uomini come padri di due gemelli nati da una madre surrogata. Davanti alle “gravi colpe” e a un “atto profondamente misogino” della Gpa (Gestazione per altri), l’autrice afferma che si deve lanciare “l’allarme”.

“Colpisce una donna come me, femminista, il fatto che in un momento come questo in cui tante energie e tante voci sono impegnate nel denunciare, giustamente, la violenza sulle donne, siano invece così poche le donne che denunciano quanto sta avvenendo contro di loro sul piano fondamentale della maternità. Cioè che la vendita del corpo femminile — tradizionalmente limitata alle prestazioni sessuali o, un tempo, all’allattamento — si sia estesa all’intero corpo della donna, al suo interno, all’utero, e a un tempo lungo, i nove mesi di una gravidanza”.

Definendo la Gpa una “nuova schiavitù”, la Scaraffia aggiunge: “Le penose condizioni legali imposte alla donna — come accettare l’aborto se così decidono i committenti, ad esempio, oppure di avere già dei figli affinché si affezioni di meno al bambino che porta in grembo — non fanno che rivelare maggiormente il carattere disumano della transazione”.

Un atto crudele

Lucetta Scarafia analizza anche la scelta di “non utilizzare mai l’ovulo della madre che affitta, ma acquistarlo da un’altra donna”. Ne deriva secondo lei “che la figura materna viene definitivamente distrutta, fatta a pezzi”. Si tratta – aggiunge – di “un atto profondamente misogino in questa operazione di tipo commerciale”, che “vuole essere nobilitata da un desiderio che non può essere considerato un diritto per nessuno”.

“Tutti sanno che due padri non sostituiscono una madre, così come due madri non possono sostituire un padre”, afferma ancora. Ed aggiunge: “Se la vita, talvolta, impone a degli esseri umani di convivere fin dall’origine con questa grave mancanza, si deve cercare di porvi rimedio. Ma creare la mancanza volontariamente — per di più protetti dalla legge — solo per esaudire il desiderio di due adulti è veramente un atto crudele”.

“E la cultura che ci circonda, che insiste nell’interpretare questa situazione abnorme come un risultato del progresso che avanza, quasi come se fosse animato da uno spirito proprio, e quindi non controllabile, sta macchiandosi di gravi colpe”, commenta la Scaraffia. Che conclude sollevando la necessità di lanciare l’allarme: “E sono soprattutto le donne, le più danneggiate da queste assurde manipolazioni, a dover lottare per difendere se stesse e i bambini”.

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Anne Kurian-Montabone

Laurea in Teologia (2008) alla Facoltà di teologia presso l'Ecole cathedrale di Parigi. Ha lavorato 8 anni per il giornale settimanale francese France Catholique" e participato per 6 mese al giornale "Vocation" del servizio vocazionale delle chiesa di Parigi. Co-autore di un libro sulla preghiera al Sacro Cuore. Dall'ottobre 2011 è Collaboratrice della redazione francese di Zenit."

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