Marriage - Wedding Rings

Robert Cheaib

"Troppi matrimoni nulli e inconsistenti. Serve 'nuovo catecumenato' per gli sposi"

Nell’udienza alla Rota Romana, Francesco esorta ad un’adeguata preparazione delle coppie prima e dopo il matrimonio. Poi dice: “Occorre grande coraggio a sposarsi nel tempo in cui viviamo”

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Al problema del “moltiplicarsi di celebrazioni matrimoniali nulle o inconsistenti”, Papa Bergoglio propone un antidoto: “Un nuovo catecumenato in preparazione al matrimonio”. Vale a dire “un adeguato cammino di preparazione volto a riscoprire il matrimonio e la famiglia secondo il disegno di Dio”, che sia “parte del processo sacramentale” come per il Battesimo.

Il Pontefice esprime tale indicazione nell’udienza di questa mattina a prelati uditori, ufficiali, avvocati e collaboratori del Tribunale della Rota Romana, ricevuti in occasione della solenne inaugurazione dell’Anno Giudiziario. La sua riflessione è centrata sul contesto odierno che, “carente di valori religiosi e di fede, non può che condizionare anche il consenso matrimoniale”.

A preoccupare il Papa è quella “mentalità diffusa” che “tende ad oscurare l’accesso alle verità eterne” e “coinvolge, spesso in modo vasto e capillare, gli atteggiamenti e i comportamenti degli stessi cristiani la cui fede viene svigorita e perde la propria originalità di criterio interpretativo e operativo per l’esistenza personale, familiare e sociale”.

“Occorre grande coraggio a sposarsi nel tempo in cui viviamo”, osserva, come già in altre occasioni, Papa Bergoglio. “Quanti hanno la forza e la gioia di compiere questo passo importante – dice – devono sentire accanto a loro l’affetto e la vicinanza concreta della Chiesa”. Anche perché “le esperienze di fede di coloro che richiedono il matrimonio cristiano sono molto diverse”: alcuni “partecipano attivamente alla vita della parrocchia”; altri “vi si avvicinano per la prima volta”; alcuni “hanno una vita di preghiera anche intensa”. Poi ci sono coloro che sono invece “guidati da un più generico sentimento religioso”, o le persone “lontane dalla fede o carenti di fede”.

Di fronte a questa situazione, occorre trovare dei “validi rimedi”, afferma Francesco. Il primo è, senza dubbio, la “formazione dei giovani, mediante un adeguato cammino di preparazione volto a riscoprire il matrimonio e la famiglia secondo il disegno di Dio”. Oggi più che mai, una preparazione del genere “si presenta come una vera e propria occasione di evangelizzazione degli adulti e, spesso, dei cosiddetti lontani”, rimarca il Pontefice citando la Familiaris consortio circa la necessità di “nuovo catecumenato”.

Alla luce dell’esortazione di Wojtyla, e anche delle direttive dei recenti Sinodi sulla famiglia, il Papa esprime l’auspicio che “la preparazione al matrimonio diventi parte integrante di tutta la procedura sacramentale del matrimonio, come antidoto – ha sottolineato il Papa – che impedisca il moltiplicarsi di celebrazioni matrimoniali nulle o inconsistenti”.

Di pari passo, come secondo rimedio, va fornito ai novelli sposi l’aiuto “a proseguire il cammino nella fede e nella Chiesa anche dopo la celebrazione del matrimonio. È necessario individuare, con coraggio e creatività, un progetto di formazione per i giovani sposi con iniziative volte ad una crescente consapevolezza del sacramento ricevuto”, sottolinea il Vescovo di Roma.

Tutta la comunità cristiana è chiamata in causa per “accogliere, accompagnare e aiutare” le giovani coppie, “offrendo occasioni e strumenti adeguati – a partire dalla partecipazione alla Messa domenicale – per curare la vita spirituale sia all’interno della vita familiare, sia nell’ambito della programmazione pastorale in parrocchia o nelle aggregazioni”.

Troppo spesso, “i giovani sposi vengono lasciati a sé stessi, magari per il semplice fatto che si fanno vedere meno in parrocchia; ciò avviene soprattutto con la nascita dei bambini”, annota il Santo Padre. Al contrario, è “proprio in questi primi momenti della vita familiare che occorre garantire maggiore vicinanza e un forte sostegno spirituale, anche nell’opera educativa dei figli, nei confronti dei quali sono i primi testimoni e portatori del dono della fede”.

Per il Papa bisogna rendere “intelligibile e reale” la “sinergia tra foedus e fides”, passare, cioè, “da una visione prettamente giuridica e formale della preparazione dei futuri sposi, a una fondazione sacramentale ab initio, cioè a partire dal cammino verso la pienezza del loro foedus-consenso elevato da Cristo a sacramento” .

“L’amore ha bisogno di verità”, conclude infine Bergoglio, richiamando le parole di Benedetto XVI nel suo ultimo discorso alla Rota Romana. “È quanto mai necessario approfondire il rapporto fra amore e verità. Solo in quanto è fondato sulla verità l’amore può perdurare nel tempo, superare l’istante effimero e rimanere saldo per sostenere un cammino comune. Se l’amore non ha rapporto con la verità, è soggetto al mutare dei sentimenti e non supera la prova del tempo. L’amore vero invece unifica tutti gli elementi della nostra persona e diventa una luce nuova verso una vita grande e piena. Senza verità l’amore non può offrire un vincolo solido, non riesce a portare l’io al di là del suo isolamento, né a liberarlo dall’istante fugace per edificare la vita e portare frutto”.

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Salvatore Cernuzio

Crotone, Italia Laurea triennale in Scienze della comunicazione, informazione e marketing e Laurea specialistica in Editoria e Giornalismo presso l'Università LUMSA di Roma. Radio Vaticana. Roma Sette. "Ecclesia in Urbe". Ufficio Comunicazioni sociali del Vicariato di Roma. Secondo classificato nella categoria Giovani della II edizione del Premio Giuseppe De Carli per l'informazione religiosa

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