"Preti di mare", un libro sui cappellani di bordo e la loro fondamentale missione

Domani la presentazione a Roma del volume di Stefania Careddu, firma di Avvenire, in occasione del II Convegno nazionale dell’Apostolato del mare

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Quanto fosse importante la presenza dei cappellani di bordo prova a raccontarlo Stefania Careddu, firma di Avvenire, nel piccolo libro ‘Preti di mare’ che sarà presentato domani, alle 11.30, presso l’NH Hotel Villa Carpegna in occasione del secondo Convegno nazionale dell’Apostolato del mare sul tema ‘Tante maglie per una sola rete’. All’incontro, oggi pomeriggio. interviene monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, su: “Dall’ostile…allo stile… Segni di speranza davanti a un mare che non può essere solo cimitero”.
Il libro di Careddu (edito da Palumbi) si apre con un dialogo tra l’anziano capitano di una nave e il nipotino che apprende di dover ringraziare proprio un prete di bordo se suo nonno fu un bravo papà. Era stato infatti il cappellano a far ragionare l’uomo “quando, ad esempio, cominciò a pensare che il mare e la famiglia fossero incompatibili, due mondi troppo diversi da conciliare”. “Quelle attese, che vivevo con trepidazione perché sapevo che sarei tornato a casa, mi apparvero ad un tratto lunghissime, interminabili. Non le sopportavo e nella mente si affacciava l’idea che forse non ero così tanto innamorato come pensavo. Più cercavo di respingerlo, più questo pensiero assumeva le sembianze della certezza. E, caro il mio Giuseppe, se non ci fosse stato ‘il don’ credo che tuo papà non sarebbe mai nato…”.
“Il don? Cosa ci faceva un prete sulla tua nave da crociera?”, esclama il bambino sgranando gli occhioni scuri. “Devi sapere che sulle nostre navi c’era sempre un sacerdote. Era il cappellano di bordo, stava lì per noi, per l’equipaggio e per i passeggeri. Fu lui a capire cosa mi passava per la testa e mi impedì di mandare all’aria il mio matrimonio. Non solo: mi ascoltò, parlammo a lungo..”, racconta il Capitano. “Come fanno gli amici?”, sintetizza Giuseppe. “Come fanno gli amici”, ripete il nonno.
La missione pastorale dei preti di bordo questo libro, sottolinea monsignor Francesco Alfano, vescovo promotore dell’apostolato del Mare della Conferenza Episcopale Italiana, “prova a descriverla, senza cadere nell’idealità astratta e nemmeno nascondendone difficoltà e rischi. Ma non si può tacere quanto è accaduto grazie a un discreto numero di sacerdoti che si sono resi disponibili. Occorre conoscere per capire cosa accade su di una nave in crociera: turisti in vacanza, marinai e ufficiali al lavoro”.
“Due realtà tanto distanti l’una dall’altra, eppure entrambe accomunate dalla stessa condizione, il viaggio in mare”, scrive il presule. “Accostandosi all’una e all’altra è possibile entrare nel cuore di ogni persona, con i suoi desideri, sofferenze e speranze. Proprio in questo avvicinamento, fino alla condivisione gratuita e generosa, si è distinta l’opera dei cappellani di bordo. Ogni volta infatti che siamo accanto a un uomo o a una donna, di qualunque lingua cultura e religione, noi incontriamo Cristo. Questo racconto, presentato come un viaggio, pone interrogativi inquietanti riguardo al futuro: chi si prenderà cura di loro? Non possiamo far finta di niente e ignorarli. Accanto alle numerose iniziative pastorali già in atto, bisogna – conclude il vescovo – che ne cerchiamo altre”.

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ZENIT Staff

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