Card. PIetro Parolin © Cels

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Parolin a Davos: "Diplomazia vaticana più attiva per la pace. Grazie a Francesco"

Al 47° Forum Mondiale dell’Economia avviato ieri, il Segretario di Stato fa il punto su immigrazione, terrorismo, libertà religiosa, crisi in Europa

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Tra i principali obiettivi dell’azione della Santa Sede c’è quello di “proteggere, difendere e promuovere la libertà religiosa” che è “il primo dei diritti umani”, assicura il Segretario di Stato. “Se la libertà religiosa è protetta anche gli altri diritti umani vengono tutelati e promossi. Sentiamo veramente che non stiamo lavorando solo per la libertà della Chiesa o solo per la libertà dei cattolici: quando parliamo di libertà religiosa stiamo facendo qualcosa per tutti! E questo è interesse di tutti, di tutti i credenti, appartenenti alle differenti religioni ed è il cuore dell’azione della Santa Sede”.
Un altro punto importante in tal senso è il fatto che “non si tratta solo di difendere e promuovere i diritti dei credenti ma di difendere e proteggere la stessa persona umana, difendere i diritti della persona”. La “dimensione trascendente”, infatti, “non può essere tralasciata o dimenticata” e la persona umana “non può essere ridotta soltanto a una dimensione economica materiale”. “Se non preserviamo questa dimensione il futuro dell’umanità è veramente molto scuro”, rileva il porporato.
Probabilmente è questa una delle cause che ha scatenato la “crisi” che vive oggi l’Unione Europea, che in passato “ha portato grandi benefici al continente europeo”, mentre oggi si trova catapultata in un baratro di incertezze. “È necessario dare oggi nuovamente un’anima all’Europa. Un’anima all’Europa!”, afferma il Segretario di Stato; bisogna dunque tornare all’idea originaria dei Padri Fondatori, “persone di grandi e profonde convinzioni, che volevano un’Europa fatta di persone, di idee, di una idea comune, e non soltanto un’Europa fatta di mercati e di economia”.
In tal contesto, di fondamentale importanza è il ruolo della religione che “non può essere relegata ad una dimensione privata”, tantomeno “legata ai sentimenti delle persone”. “La religione ha qualcosa da dire anche sulla scena pubblica, certamente in dialogo con tutti le altre fedi”, annota il cardinale, precisando: “Noi non chiediamo e non pretendiamo certo alcun privilegio per la Chiesa cattolica. Viviamo in una società pluralistica, caratterizzata da tante religioni, ed è importante che le autorità riconoscano il ruolo pubblico che la religione può dare alla vita”.
L’esasperazione del credo religioso, anzi la sua “chiara manipolazione” si traduce nel terrorismo. “La fede in Dio non può essere ricondotta a questi terribili atti contro le persone e contro l’umanità”, puntualizza Parolin ricordando le parole di Francesco. E sempre citando il Papa, affronta la spinosa questione dell’immigrazione: “La grande sfida oggi è come rendere le differenze non una fonte di scontro ma di arricchimento reciproco”, dice. “C’è la paura di perdere la propria identità, ma la chiusura e la non accettazione dell’altro sono attitudini che ci impoveriscono e non ci fanno progredire. Occorre lavorare insieme e l’Europa purtroppo non riesce ad elaborare una politica comune sulle migrazioni”.
Il fine di tutto è sempre la pace, che “è frutto della giustizia”. Perciò “se vogliamo la pace dobbiamo lavorare per la giustizia. In questo senso, stiamo riflettendo con la comunità internazionale sulla moralità del concetto di deterrenza nucleare”, chiosa il Segretario di Stato. E conclude: “Ancora una volta dobbiamo dire che una pace costruita sulla paura non è pace”.
Di seguito il video integrale dell’intervento del cardinale Parolin:

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Salvatore Cernuzio

Crotone, Italia Laurea triennale in Scienze della comunicazione, informazione e marketing e Laurea specialistica in Editoria e Giornalismo presso l'Università LUMSA di Roma. Radio Vaticana. Roma Sette. "Ecclesia in Urbe". Ufficio Comunicazioni sociali del Vicariato di Roma. Secondo classificato nella categoria Giovani della II edizione del Premio Giuseppe De Carli per l'informazione religiosa

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