Gentile da Fabriano: Adorazione dei Magi, 1423 / Wikimedia - Rufus46, CC BY-SA 3.0

Il dono è l'amore

La preziosità di un regalo non si misura da quello o da quanto si dà, ma dal cuore con cui lo si dà

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In ballo sono i tre re magi. “Chi ha donato di più?… e perché?” – domanda d’un professore a cui i ragazzi dovevano rispondere nel corso della settimana.
Chi ha detto che la mirra è il dono più prezioso perché sottolinea come la sofferenza, la morte in croce di Gesù siano il segno più grande del suo amore per ogni uomo.
Chi invece ha sostenuto che il dono dell’incenso mette molto bene in risalto la funzione sacerdotale di Gesù, quale ponte tra cielo e terra che ha unito Dio agli uomini e gli uomini a Dio.
Altri studenti invece – la maggior parte – hanno decisamente prescelto il dono dell’oro come segno di colui che, re del cielo e della terra, è proprietario di tutte le ricchezze che sono state, sono e saranno.
Il professore, dopo essersi congratulato con gli alunni, “devo però rammaricarmi – aggiunge sorpreso – con lo studente, ritenuto il più bravo, che ha consegnato il quaderno, senza scrivere una riga sul tema proposto. Perché hai consegnato il foglio bianco?”.
Renato, stranamente sereno e sicuro di sé, risponde semplicemente che, a suo giudizio, nessuno dei tre doni è importante. “…ma il dono più grande che i tre re magi hanno fatto a Gesù è stato quando, insieme, come dice il Vangelo, “prostratisi, lo adorarono.”  Mi pare, continuò il saggio studente, che Gesù abbia gradito dai Magi più l’offerta che hanno fatto di se stessi, che non quanto essi avevano in mano”.
Hanno adorato Gesù. Adorare è annientarsi per amore. È proprio il dono più grande: donare la vita per gli altri.
Hanno visto in Gesù un Dio che si annienta per amore dell’uomo. E l’uomo, per rispondere a un Dio che gli si dona, non poteva rispondere meglio che con la propria adorazione, che è il suo sì di ogni momento al prossimo, dono che Gesù ritiene fatto a sé.
L’ammalato gradisce la medicina che l’infermiere o il medico gli porge, ma preferisce il sorriso e l’amore con cui gli viene somministrata.
La preziosità del dono non si misura da quello o da quanto si dà, ma dal cuore con cui lo si dà. Il sorriso che accompagna il dono, vale più del dono stesso
Ciao da p. Andrea
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Andrea Panont

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