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La Chiesa, “locanda” per guarire

Meditazione della Parola di Dio di giovedì 12 gennaio 2017 – I Settimana del Tempo Ordinario

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Lettura
Marco ci presenta, oggi, il miracolo della purificazione di un lebbroso, una guarigione di particolare importanza, perché la lebbra era considerata una delle peggiori malattie allora conosciute, e si attribuiva al Messia il potere di eliminarla. Gesù, senza preoccuparsi delle prescrizioni della legge mosaica, secondo le quali il contatto con il lebbroso rendeva impuro, lo tocca con la mano, lo purifica e lo manda dal sacerdote per ricevere l’attestazione valida dell’avvenuta purificazione.
Meditazione
Gesù, venuto per guarire ogni sorta di infermità, si prende cura di questi malati estremi, segregati e ridotti in condizioni disumane. Mostrando il suo potere divino, supera i divieti della legge antica e, con la totale purificazione del malato, porta a salvezza quegli “scarti dell’umanità” per i quali sente una profonda compassione. L’uomo malato manifesta una fiducia totale in Cristo, espressa nella supplica fatta in ginocchio: “Se vuoi, puoi purificarmi”. Gesù lo guarisce, perché vuole esprimere sensibilmente la bontà del Padre e manifestare il suo amore per i poveri, gli ammalati e gli esclusi. La tradizione patristica e gli autori spirituali hanno visto una analogia tra la malattia della lebbra e il peccato. Il peccato, infatti, è una patologia grave, che distacca da Dio, rinnega il suo amore, rompe l’amicizia e i vincoli con la Chiesa e fa regredire l’uomo alla condizione anteriore al battesimo. Per questa lebbra spirituale Gesù ha stabilito il sacramento della Penitenza, che prolunga nel tempo l’intervento taumaturgico di Gesù. Cristo ha affidato la guarigione da tutte le patologie spirituali alla sua Chiesa, che è il “luogo generale di cura”, come dicevano i Padri Cappadoci. In tal modo, Gesù continua nel tempo il miracolo della guarigione. È sempre e solo lui che ci purifica e risana attraverso il ministero della Chiesa e, in particolare, attraverso gli apostoli e i loro successori: “A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati” (Gv 20,23). Gesù vuol guarire, salvare e reintegrare il lebbroso nella comunità; perciò tocca con la mano “l’impuro”: si carica cioè delle sue sofferenze. Nel sacramento della Riconciliazione-Penitenza egli opera ancora così nella Chiesa. Il nuovo Rito della Penitenza ci richiama a una maggiore attenzione a Gesù che cerca gli esclusi, gli emarginati, i peccatori, per toccarli con la sua mano e purificarli.
Preghiera
Risanaci, o Padre, dal peccato che ci sfigura; la mano misericordiosa del tuo Figlio, toccandoci, restituisca in noi la somiglianza con te. Aiutaci a scorgere anche nel volto del lebbroso l’immagine del Cristo insanguinato e crocifisso, per collaborare all’opera della redenzione e narrare ai fratelli la tua misericordia.
Agire
Apriamo gli occhi su coloro che soffrono di solitudine, che sono abbandonati o disperati, sfiduciati nella malattia e nella povertà.
 
 

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ZENIT Staff

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