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Guariti per servire

Meditazione della Parola di Dio di mercoledì 11 gennaio 2017 – I Settimana del Tempo Ordinario

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Lettura
Il brano del Vangelo comprende tre sezioni: la guarigione istantanea della suocera di Pietro; finito il riposo sabbatico, quella di molti malati e indemoniati che avevano fiducia nel potere illimitato di Gesù; di notte, si ritira in un luogo deserto a pregare il Padre di illuminarlo sulle caratteristiche della sua missione. La mattina seguente lascia Cafàrnao per predicare in tutti i villaggi della Galilea. L’espressione “per questo sono venuto” fa riferimento alla missione affidatagli dal Padre di portare l’annuncio e realizzare la salvezza.
Meditazione
Quello di Gesù è un fervore di attività che è in sé rivelazione: Dio non si stanca di agire per la salvezza degli uomini. Neppure il calare del sole e il sopraggiungere delle tenebre riescono a trattenere il traboccare di amore del cuore di Cristo per gli uomini che il Padre gli ha affidato. Fra tutte le guarigioni, Marco ne menziona sobriamente una, ma con particolari significativi, che esprimono quell’unico centro di intenzione e di azione da parte di Cristo, che è la salvezza dell’umanità. Gesù annuncia il Vangelo della liberazione dal male, e perciò esercita il proprio potere sui demòni e sulle malattie. È significativo il gesto con cui guarisce la suocera di Simone: “Le si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano”. Gesù compie un gesto delicato e forte insieme, di partecipazione umana, ma che richiama la risurrezione (“la fece alzare”). La suocera di Simone subito si alza e si mette a servire. È la vera immagine del discepolo: guarito per servire, recuperato alla salute per donarsi ai bisogni della comunità. Gesù insegna che, al suo seguito, nessuno fa da padrone sugli altri. Il cristiano nella vita è chiamato a servire gli altri, perché si è tutti fratelli (cfr. Mt 20,24-28). Il servizio dei cristiani non è mai in una sola direzione o diviso per classi sociali. Nella comunità cristiana il servizio è un dovere di tutti e nella reciprocità. Il servizio, la “diakonìa” nell’antichità greca e romana, era una attività riservata ai “servi”, cioè agli schiavi. Gesù, sviluppando la linea dell’Antico Testamento dell’amore per il prossimo, ha introdotto una valutazione nuova sotto tanti aspetti: servire significa spendere la vita per gli altri, cioè amarli con tutto il cuore e con tutte le forze, perché “nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici” (Gv 15,13).
Preghiera
Dio nostro Padre, che alla scuola di Cristo insegni ai credenti non a farsi servire, ma a servire i fratelli, concedici di essere instancabili nello spirito di umiltà e di amore, vigilanti nella preghiera, attenti alla tua Parola, lieti e accoglienti nel servizio della comunità.
Agire
Il nostro impegno, oggi, sia generoso nel servizio della comunità ecclesiale, familiare e civile, con particolare attenzione ai fratelli provati dalla malattia e dalla povertà.

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ZENIT Staff

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