Colpito da un malore improvviso mentre lavorava nel suo ufficio, Manuel è stato portato all’ospedale. Mi telefonò sua moglie, lo andai immediatamente a trovare. Era in astanteria, dolorante, pensieroso e ammutolito; perfino goffo per un pigiama non suo; provvisoriamente indossato al momento del ricovero.
Benché preoccupato per la sua salute, mi ripeteva l’antifona: “Speriamo che i medici mi lascino andare a casa. Con tutto il lavoro che ho, non ho proprio tempo da perdere io, qui all’ospedale. Ho l’azienda da mandare avanti…”.
Lo ascoltavo e mi sembrava inutile spendere tante parole per fargli capire che per il momento l’ospedale risultava una necessità superiore a tutte le altre. Ero sicuro che, passata la notte, se ne sarebbe fatta una ragione e si sarebbe calmato.
Dopo cinque giorni lo rivedo in atteggiamento più tranquillo. Mi confida addirittura che la “sberla” dell’infarto è stata provvidenziale perché – sentenzia con rara saggezza – “tutti siamo utili, ma nessuno necessario…”. E aggiunge: “provvidenziale anche perché ero eccessivamente preso dal lavoro, trascuravo tanto la famiglia che… stavo quasi pensando alla separazione.”
Alla mia terza visita, mi riceve con un sorriso sereno e mi saluta dicendo: “Strano! Ma ci vuole proprio la malattia per rinsavire. Domani mi opereranno e sono preoccupato perché mi hanno dato poche probabilità di riuscita… Già che sei sacerdote…aiutami a superare con il perdono di Dio qualsiasi eventualità”.
Ciao da p. Andrea
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Il dolore fa rinsavire
La malattia può farci tutto ciò che veramente conta… persino salvare un matrimonio