Militari in Nigeria contro Boko Haram

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Nigeria, vescovo Kaigama: "Cultura della violenza rischia di distruggerci"

L’arcivescovo denuncia la brutalità sviluppata tra i nigeriani che, al minimo malinteso religioso, politico o etnico, “sono pronti a commettere il più macabro omicidio”

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“Siamo diventati così sadici da non vedere che tali brutalità creano una cultura di impunità, caos, anarchia e rovina?”. Così mons. Ignatius Ayau Kaigama, arcivescovo di Jos e presidente della Conferenza Episcopale della Nigeria, nel suo messaggio per l’anno nuovo. Nel testo – riportato dall’agenzia Fides – il presule esprime forte preoccupazione per le violenze che colpiscono alcuni Stati della Federazione, e in particolare quello del Southern Kaduna. “Per il minimo malinteso che sia di origine religiosa, politica o etnica, vi sono nigeriani pronti a commettere il più macabro omicidio dei propri concittadini”, denuncia.
“Come se gli insensati massacri di Boko Haram non fossero abbastanza, stiamo adesso sviluppando una cultura della brutalità che non ha confronti nella storia della nazione” continua Kaigama ricordando le diverse crisi subite dalla Nigeria dall’indipendenza ad oggi: la guerra civile per la secessione del Biafra, definita un “disastro monumentale” che ha provocato milioni di morti; poi le tensioni legate alla introduzione della Sharia in alcuni Stati settentrionali e persino quelle per la tenuta del concorso di Miss Mondo in Nigeria; la guerriglia nella regione del Delta, ed altro ancora.
La risposta delle forze di sicurezza a queste crisi, sottolinea l’arcivescovo, si è risolta spesso nell’esecuzione di omicidi extragiudiziari. “Anche se siamo grati a coloro che hanno sacrificato la loro vita per difenderci, non siamo inconsapevoli dell’uso della forza bruta da parti di agenti di sicurezza che ritengono che l’arma che imbracciano conferisca loro la licenza di molestare quelli che si suppone debbano difendere”, afferma.
Il presidente dei vescovi nigeriani afferma inoltre nel messaggio che la mancanza del rispetto della vita va oltre agli omicidi, portando l’esempio degli scioperi selvaggi negli ospedali che portano alla morte di migliaia di pazienti privati delle cure necessarie. La stessa corruzione uccide, rimarca mons. Kaigama, facendo l’esempio dello stato pietoso delle strade nigeriane che concorrono a provocare incidenti mortali.
“Il modo deliberato e imprevedibile con il quale si prendono le vite nel Southern Kaduna e in diverse altre aree sconvolte della nostra nazione è equivalente ad una dichiarazione di guerra contro i nigeriani innocenti e indifesi”, conclude, “le autorità devono smettere di temporeggiare nell’offrire una risposta efficace a questi atti selvaggi”.

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ZENIT Staff

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