“Chiediamo perdono per noi stessi e per il nostro clero per non avere fatto abbastanza nel riconoscere il dolore e il trauma fisico, emotivo e psicologico sofferto dalle tante vittime di abusi sessuali per mano di membri della famiglia, della società in generale e all’interno della nostra Chiesa”. È quanto scrivono i vescovi della Southern African Catholic Bishops’ Conference (Sacbc) nel loro messaggio in risposta all’appello lanciato da Papa Francesco di pregare per le vittime degli abusi sessuali.
Nel messaggio – diffuso dall’agenzia Fides – si comunica l’indizione di un triduo di preghiera e di digiuno che inizierà la sera di venerdì 2 dicembre e si concluderà con la celebrazione della Messa della II Domenica di Avvento, il 4 dicembre. Nel testo, i presuli riconoscono “i propri errori sulle questioni degli abusi sessuali, soprattutto quando non siamo riusciti ad ascoltare il grido di coloro che hanno subito soprusi all’interno delle strutture della Chiesa e per la nostra incapacità di entrare in empatia con il loro dolore”.
“Vogliamo lavorare – prosegue il comunicato – con tutte le strutture della società e soprattutto con i nostri sacerdoti, il personale e gli operatori ecclesiali, nella creazione di un ambiente sicuro per i bambini e le persone vulnerabili e nel soddisfare le esigenze della giustizia nel correggere i crimini e gli errori del passato in materia di abusi sessuali”. In conclusione, i vescovi ribadiscono l’impegno “a seguire le disposizioni dei nostri protocolli ecclesiali in caso d’indagine di abuso sessuale all’interno delle nostre strutture e di attenerci alla legge del Paese in cui sono stati commessi i crimini”.
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Sudafrica: vescovi indicono triduo di digiuno e preghiera per vittime abusi
In una nota, i presuli chiedono perdono per “non essere riusciti ad ascoltare il grido di coloro che hanno subito soprusi all’interno delle strutture della Chiesa”