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A Padova si discute di “Donne in una società violenta”

Il 29 novembre, nella Basilica del Santo, il terzo incontro della rassegna “Nuove sfide e nuove risposte: i testimoni”

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“Le donne in una società violenta” è il titolo dell’incontro che si terrà martedì 29 novembre, alle 20.45, nella Sala dello Studio Teologico della Basilica del Santo di Padova. Protagonisti del terzo incontro della rassegna “Nuove sfide e nuove risposte: i testimoni”, organizzata da Basilica di Sant’Antonio, Basilica di Santa Giustina e dall’associazione Corsia del Santo – Placido Cortese, saranno Patrizia Zantedeschi del Centro Veneto Progetti Donna – Auser, centro antiviolenza del territorio della provincia di Padova, e il dirigente medico del pronto soccorso dell’Azienda ospedaliera di Padova Ilenia Mezzocolli. I due ospiti tratteranno rispettivamente il tema dell’accoglienza delle donne vittime di violenza e della rete di contrasto del fenomeno e il tema del percorso sanitario specifico per le vittime.
“La violenza verso le donne non è un problema soltanto delle donne, ma è anche, se non addirittura in primis, un problema degli uomini, delle istituzioni e della società tutta, che devono avere come comune denominatore il fare ‘rete’. Soltanto in questo modo si potranno avviare azioni di prevenzione nei confronti degli uomini maltrattanti e potenziare l’aiuto concreto e immediato alle donne e ai minori che spesso assistono alle violenze”, commentano gli organizzatori dell’incontro che si svolge a ridosso della Giornata mondiale per l’eliminazione della violenza contro le donne, che si celebra domani 25 novembre.
Il Centro Veneto Progetti Donna – Auser, l’unico Centro Antiviolenza riconosciuto dal Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri sul territorio della provincia di Padova, opera da più di 25 anni, collaborando in modo attivo con tutte le realtà pubbliche e del privato sociale.
Sono circa 4300 le donne che finora hanno chiesto aiuto al Centro Antiviolenza, 775 solo nel 2015. Sono tantissime, ma rappresentano una piccola percentuale di tutte coloro che subiscono violenza. Infatti solo poche hanno il coraggio di uscire dal silenzio e dalla paura. Negli anno sono aumentate le richieste così come la complessità delle situazioni.
Il centro gestisce sportelli d’ascolto sul territorio padovano e provinciale, una casa di fuga a indirizzo segreto per il Comune di Padova e tre case di accoglienza in provincia. Il team è composto da operatrici specializzate, psicologhe, avvocate, educatrici e volontarie. Alle donne vittima di violenza e ai loro figli viene fornita accoglienza, supporto psicologico e legale e programmi personalizzati di fuoriuscita dal circuito della violenza in stretta collaborazione con gli attori coinvolti (forze dell’ordine, questura, tribunale, servizi sociali, ospedali) per una presa in carico globale. Con la maggior parte delle istituzioni pubbliche del territorio padovano ha stipulato convenzioni, protocolli d’intesa e linee guida per un’azione sinergica ed efficace.
 
 
 

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ZENIT Staff

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