L'Erbolario, l'impresa che scommette sui giovani e le donne

Intervista alla fondatrice Daniela Villa recentemente nominata Cavaliere del Lavoro dal presidente Sergio Mattarella

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Dai 19 metri quadri del primo negozio, aperto a Lodi nel 1978, la storia del L’Erbolario si è snodata lungo tre direttrici: rispetto per l’uomo, per gli animali e per l’ambiente. Un impegno che ha permesso all’azienda cosmetica di raggiungere vette altissime: oggi, L’Erbolario fattura 86 milioni e 407mila euro, dato 2015, e conta 165 collaboratori, donne per il 70 per cento, più di 5000 punti vendita in Italia e in 46 paesi europei ed extraeuropei, 15 milioni di cosmetici vegetali e 700 prodotti a catalogo. Un traguardo raggiunto grazie a Daniela Villa, 62 anni, che con il marito Franco Bergamaschi ha dato vita, quasi 40 anni fa, al primo laboratorio. E che è stata per questo recentemente nominata Cavaliere del lavoro dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
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La sua è una storia professionale che si intreccia con quella personale. Come riesce a trovare il giusto equilibrio?
Io e mio marito ci siamo conosciuti sui banchi di scuola, a 16 anni. Per noi, lavoro e vita privata sono la stessa cosa! Mio suocero, grafico pubblicitario, allevava le api, si dilettava nella coltivazione di piante e di fiori, e preparava in casa lozioni profumate, decotti e tisane. Questa sua passione l’abbiamo respirata anche noi. In seguito, mi sono laureata in Biologia e ho frequentato i corsi di specializzazione all’università di Urbino in Erboristeria e fitocosmesi e alla facoltà di Farmacia a Milano sui fitofarmaci e sulla fitocosmesi. E alla fine, nel 1978, abbiamo deciso di aprire un negozio di erboristeria artigiana a Lodi che, con gli anni, è cresciuto. Le prime lozioni le preparavamo di notte, e poi di mattina le vendevamo. L’attività è cresciuta e abbiamo costruito un moderno stabilimento sulle rive dell’Adda. Oggi, abbiamo un laboratorio di Ricerca & Sviluppo che formula ogni anno oltre 40 nuovi prodotti per la bellezza di viso, corpo, capelli e per la profumazione della casa, con materie prime vegetali da noi stessi realizzate. Nel tempo, sono cambiate molte cose, ma non sono mai venute meno la passione e l’amore per questo lavoro: il profilo etico sociale dei primi anni ci accompagna ancora oggi, e si traduce in attenzione ai metodi di lavorazione e alla produzione. Certo, spesso capita di “portare il lavoro a casa”, soprattutto da quando anche i nostri due figli, Luigi e Giulia, lavorano in azienda, ma se svolgi la tua professione con amore, allora vivi tutto come un’opportunità e una sfida.
L’Erbolario è un’azienda che continua a scommettere nei giovani e nel futuro, in tempi – come questi – che non spingerebbero a innovare. Come ci riesce?
Per noi imprenditori, i periodi di crisi dovrebbero essere un’opportunità per migliorarci e per investire. Non a caso, pochi anni fa abbiamo costruito un nuovo polo logistico semi automatizzato per la spedizione. Se non sei al passo, non investi e non dai di più, sei travolto da questo momento economico difficile. Per questo, noi continuiamo ad investire in nuovi processi produttivi, in innovazione e materie prime, ma anche nei giovani: in azienda si svolgono molti stage e tanti ragazzi rimangono con noi dopo questo periodo.
Uno degli aspetti che vi caratterizza è il made in Italy: è una risorsa o un limite?
Sicuramente una risorsa. Il nostro obiettivo è sempre stato quello di offrire un’altissima qualità ad un buon prezzo. I prodotti sono sempre nuovi e all’avanguardia, vestiti con un bel packaging, a basso impatto ambientale, formulati in un’azienda eticamente sostenibile, e il made in Italy è per noi uno dei punti focali che ci viene anche riconosciuto dai clienti, come ci confermano tutti gli ultimi sondaggi. Del resto, vendiamo in 36 Paesi esteri e i mercati più importanti sono quelli asiatici: Corea, Taiwan, Hong Kong… Il successo delle esportazioni risiede proprio nell’altissimo valore che all’estero ha il made in Italy.
L’attenzione all’ambiente è, per voi, una scelta di responsabilità. Che cosa significa?
Siamo stati la prima azienda certificata Iso 14001, uno standard che fissa i requisiti di un “sistema di gestione ambientale”. Noi, ad esempio, utilizziamo carta che deriva da foreste gestite in maniera responsabile, abbiamo un basso impatto ambientale a livello di lavorazioni, sfruttiamo l’energia geotermica in tutti gli stabilimenti, abbiamo impianti di depurazione che non impiegano solventi….
Avete anche un’attenzione particolare all’uomo e agli animali…
Per quanto riguarda gli animali, fin dagli anni ’90 L’Erbolario ha stretto un patto con la Lav (Lega anti vivisezione), aderendo al suo standard internazionale. Per quanto riguarda invece il rispetto per gli uomini, lo attuiamo scegliendo di non delocalizzare mai le nostre produzioni, né di ricorrere a lavori in Paesi che non tutelano i lavoratori, e collaboriamo a livello etico e sociale con molte le associazioni di volontariato, offrendo sostegno concreto alle persone. Il termine ‘cosmetica’ ha, in sè, la parola cosmo ed etica: ciò vuol dire che il progetto cosmetico deve essere performante, gradevole, di derivazione vegetale ma, soprattutto, buono: con l’ambiente, le persone e gli animali, appunto. E questo risvolto etico viene percepito e premiato dai consumatori.
Qual è il vostro prossimo obiettivo?
Sviluppare le esportazioni con i Paesi esteri, che attualmente coprono il 10 per cento del nostro mercato.
Che cosa ha provato quando ha saputo di essere stata nominata Cavaliere?
Quando, lo scorso giugno, il presidente dei Cavalieri della Lombardia mi ha comunicato che volevano candidarmi, sono rimasta stupita ed emozionata. Ho ritirato questo riconoscimento a nome di tutto L’Erbolario ed, essendo stata una delle uniche tre donne tra i 25 premiati, provo l’orgoglio di far parte di un’azienda che, al 70 per cento, è femminile. Questo premio appartiene un po’ anche alle donne del L’Erbolario.
Che cosa la rende più fiera della sua azienda?
Il fatto di aver mantenuto ciò che ci eravamo prefissati 40 anni fa, oltre al rapporto che abbiamo con i nostri collaboratori, alcuni dei quali sono nati professionalmente con noi e ci seguono da decenni. Sono queste persone che, con la loro armonia, passione e voglia di crescere fanno grande l’azienda.
Ci saranno stati, però, anche momenti difficili in questi anni. Come li ha superati?
Con la voglia di fare sempre meglio e con il pensiero rivolto alla bella famiglia che abbiamo costruito. I problemi ci sono e ci saranno sempre: il segreto è andare avanti.
Da madre e da manager, che cosa pensa dei ragazzi di oggi?
Ai ragazzi con i quali collaboriamo consiglio sempre di mettersi alla prova, di essere curiosi, avere voglia di imparare e sfidarsi per dimostrare a tutti quanto valgono. Nel laboratorio di Ricerca & Sviluppo lavoro ogni giorno con giovani donne che hanno la voglia di mettersi in gioco quotidianamente, che sono propositive e capaci di innovare. Che sono capaci di “andare oltre”.
Voi avete progetti sociali per le donne. In che cosa consistono?
Alcuni anni fa, abbiamo dato vita ai Nes, acronimo di Nuova erboristeria di successo. Abbiamo cioè voluto offrire la possibilità alle donne di crearsi un lavoro e poter aprire un proprio punto vendita con prodotti de L’Erbolario (fitocosmetici) e di Erbamea (fitointegratori), offrendo arredi della stessa linea, consulenza e formazione, con la possibilità di diluire nel tempo i pagamenti per i prodotti che ricevono. Abbiamo già aperti 70 negozi di questo genere, nel giro di pochissimi anni. E ci sembra, nel piccolo, di aver dato una mano per dare lavoro a oltre 150 persone.
 
 

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Agnese Pellegrini

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