Un inaudito stillicidio di violenza che nell’arco di poche mesi fece scorrere fiumi di sangue, causando tra le 800mila e il milione di vittime. Questo il genocidio del Ruanda del 1994, culmine di uno scontro antico tra tribù rivali.
In occasione della fine dell’Anno Santo della Misericordia, i vescovi del Ruanda hanno pubblicato una lettera pastorale per chiedere perdono dei peccati commessi durante quella barbarie ad opera di cristiani cattolici, “così come di altri peccati commessi successivamente”.
La lettera è stata letta ieri, giorno di chiusura del Giubileo, in tutte le parrocchie del Ruanda. Il documento è stato scritto in kinyarwanda e la Conferenza episcopale sta ora curando la traduzione ufficiale in francese e in inglese, le altre due lingue ufficiali del Paese.
“La lettera è divisa in 14 punti – spiega all’agenzia Fides il presidente della Conferenza episcopale, mons. Philippe Rukamba – . Nella prima parte ringraziamo Dio per tutto quello che ci ha donato, la vita, i figli, la cultura, la Chiesa che ha più di 100 anni. Nella seconda parte chiediamo perdono per il genocidio come individui, perché non è la Chiesa in quanto tale che ha commesso questi crimini, ma sono i suoi figli che hanno peccato”.
Infine, spiega mons. Rukamba, “si condanna anche l’ideologia del genocidio che è stato un elemento importante nello scatenare la tragedia che ha comportato la distruzione di così tante vite e del tessuto sociale del nostro Paese”.
Rwandan Genocide, Kigali Memorial Center - Wikimedia Commons
Ruanda: vescovi chiedono perdono per genocidio del 1994
Furono uccise centinaia di migliaia di persone in pochi mesi. Documento della Conferenza episcopale per i peccati commessi dai cattolici