The Hidden Revolution

The Hidden Revolution

Un film per ricordare i martiri cattolici di Vandea

Esce “The Hidden Rebellion”, per far luce sui massacri seguiti alla Rivoluzione francese ai danni di un’intera popolazione riluttante ad abbandonare la fede cattolica

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Le persecuzioni, le violenze, finanche gli eccidi in odium fidei appaiono oggi come realtà incastonate a latitudini lontane sfogliando il “Rapporto 2016 sulla libertà religiosa”.
Eppure in un periodo relativamente recente, circa due secoli fa, un lembo di terra d’Europa fu irrorato in abbondanza dal sangue di decine di migliaia di cristiani colpevoli soltanto di voler difendere la loro fede da una repressione di Stato.
Accadde in Vandea, regione prevalentemente contadina nel nord-ovest della Francia, nel contesto della Rivoluzione francese. I sintomi di malcontento iniziarono a covare nel 1789, quando l’Assemblea costituente, nata a Parigi sulla sanguinosa scia della presa della Bastiglia, aumentò le tasse per sostenere le spese militari e confiscò i beni ecclesiastici trasformandoli in beni nazionali. Tale decisione privò il clero delle risorse per adempiere le sue attività caritatevoli.
Ma i primi moti d’insurrezione avvennero due anni più tardi. A seguito della Costituzione civile del clero, con cui di fatto Parigi impose ai sacerdoti di trasformarsi in ufficiali pubblici, vi fu un’ondata di proteste e di episodi di disubbidienza civile foraggiata da due encicliche con cui Papa Pio VI sospese tutti i sacerdoti e i vescovi che avessero giurato fedeltà alla Costituzione.
Ne seguì una repressione di Stato che sfociò presto in episodi violenti contro popolo laico e religiosi. Ai preti refrattari fu proibito di esercitare il proprio ministero, cosicché il clero e gli abitanti della Vandea furono costretti a partecipare a Messe clandestine.
L’ostilità non cessò e i vandeani organizzarono una resistenza formando un vero e proprio “esercito cattolico” che adottò come simbolo il Sacro Cuore, il cui culto fu diffuso in Vandea da San Luigi Maria Grignion da Monfort.
Malgrado la generosa opposizione di quell’armata di nobili e contadini, la Guardia Nazionale ne spezzò definitivamente gli argini dopo diversi conflitti. Fu una vera e propria carneficina che non risparmiò donne e bambini. Tra il 1793 e il 1815 – sebbene la mancanza di fonti ufficiali renda difficile fornire una stima precisa – furono uccise tra le 100mila e le 200mila persone.
Molte di queste vittime si devono alle cosiddette “colonne infernali”, brutali operazioni dell’esercito repubblicano che presero le mosse dall’ordine diramato dal generale Louis Marie Turreau: “Neppure le persone semplicemente sospette devono essere risparmiate. Tutti i villaggi, i borghi, le macchie e tutto quanto può essere bruciato sarà dato alle fiamme”. Molti di quei martiri della fede sono saliti agli onori degli altari.
Tema, quello delle guerre di Vandea, che è sempre stato volutamente tacitato da chi riconosce le proprie radici ideologiche e culturali nella Rivoluzione francese. Per anni gli storici si sono confrontati sull’ipotesi di genocidio e la questione è approdata anche in Parlamento, a Parigi, dove fin dal 1987 alcune proposte di legge hanno provato invano a bucare la coltre di silenzio.
Chi in altro campo è dedito allo stesso proposito di far luce su quegli avvenimenti è Jim Morlino. Vincitore come miglior autore giovane al Mirabile Dictu-International Catholic Film Festival con il suo The War of the Vandéè, uscito nel 2012, torna oggi ad occuparsi con la cinepresa del medesimo argomento storico insieme al produttore Daniel Rabourdin.
Si chiama The Hidden Rebellion (La ribellione dimenticata), pellicola in lingua inglese che – come si legge sul sito – offre “una scottante descrizione degli eventi e, ancor più importante, delle idee” che portarono “a uno dei casi più agghiaccianti di genocidio nella storia”. Secondo gli autori si tratta di “un avvertimento potente in questo periodo di crescente intolleranza verso la fede e la famiglia”. A rivolgerlo a noi contemporanei, il sacrificio di tanti semplici cattolici pronti a dare la vita per la propria fede. Nella Francia del ‘700 ed ‘800 come in Paesi africani e asiatici oggi.

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Federico Cenci

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