Lettura
Gerico ci accoglie oggi e domani: “la Profumata”, secondo l’etimologia del termine cananeo “Reah”, è la città antichissima (i resti di un insediamento datano all’8000 a.C.) che Giosuè conquistò pacificamente grazie al suono delle trombe, simbolo biblico dell’intervento di Dio. Nel Vangelo essa è il luogo in cui Gesù guarì due uomini feriti: Bartimeo, dalla cecità, e Zacchèo, dai suoi peccati. È situata nelle vicinanze del Giordano, sulla cui riva occidentale i pellegrini cristiani ricordano il Battesimo di Gesù.
Meditazione
«Un cieco – dal racconto di Marco conosciamo il suo nome: Bartimeo – era seduto lungo la strada a mendicare… Gli annunciarono: “Passa Gesù, il Nazareno!”. Allora gridò dicendo: “Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!”». Non siamo in una parabola, ma nel vivo racconto di un fatto accaduto. Eppure, il cieco Bartimeo si rivela anche icona della condizione dell’uomo che grida il bisogno di luce, senza arroganza, consapevole del proprio limite; non umiliato, ma umile. Insiste, grida più forte, e Gesù si ferma e lo salva: gli ridà la vista ed egli diventa discepolo. Interessante la dinamica dell’incontro, che avviene in più tappe: l’annuncio del passaggio di Gesù, il grido di dolore del cieco; la sua resistenza a coloro che “camminavano avanti” e volevano impedirgli di gridare; l’alzarsi in piedi e il gettar via – è Marco a sottolinearlo – quel mantello che era tutta la sua sicurezza; infine, la domanda – «Che cosa vuoi che io faccia per te?» – con cui Gesù interroga Bartimeo su una questione fondamentale: se davvero egli “vuole” ciò che istintivamente chiede, poiché la salvezza è amorosa decisione di Dio, ma accolta con un atto di consapevole decisione dell’uomo. È importante questa domanda che, a prima vista, sembrerebbe retorica. Rispondere significa affermare che abbiamo chiaro ciò che chiediamo al Signore… C’è quel «vuoi» che sempre accompagna la proposta di Cristo: “Se vuoi…”. “Chi vuole venire dietro a me…”. “Volete?” chiede Gesù – in identici termini –, ad esempio, a Giacomo e a Giovanni quando, nella loro cecità, chiedono di sedere ai primi posti nel Regno (Mc 10,36). Interessante anche la risposta di Bartimeo: «ina anablepso»: il verbo significa “vedere di nuovo”, ma anche “guardare in alto, levare gli occhi”. La nuova vista è vedere non più ripiegati verso il basso…
Preghiera:
Signore, figlio di Davide, abbi pietà di me! Signore, che io possa alzare gli occhi per vedere nella verità e te e me e ogni cosa. Che la tua grazia mi risani, a cominciare dall’ascolto delle tue domande, dopo che io ti ho posto le mie. Tu sei la luce, la via, la verità e la vita. Che io ti segua e ti lodi.
Agire:
A chi oggi avrò il coraggio di dire “Passa Gesù, il Nazareno!”? Mi guarderò intorno per ascoltare il grido di qualcuno e andargli incontro.
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Meditazione del giorno a cura di mons. Michele De Rosa, Vescovo di Cerreto Sannita – Telese – Sant’Agata de Goti, tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it
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Meditazione della Parola di Dio di lunedì 14 novembre 2016 – XXXIII Settimana del Tempo Ordinario