Confessional and Penitence

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I piccoli e la confessione

È più contento Gesù quando ci perdona che noi stessi quando siamo perdonati

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Quando il bambino arriva per confessarsi, lo guardo bene in faccia, interessato a lui, gli dico un “ciao” cordiale, che lui gustosamente ricambia.
Poi, per entrare decisamente nella vera bellezza del sacramento della confessione, con vivo interesse gli domando, chiamandolo per nome: “Dario, sai quanto ti ama Gesù?”. A questa domanda accadono cose meravigliose dentro il bambino, che per prima cosa si fa serio, poi riflessivo, poi sorridendo compiaciuto e guardandoti bene in faccia, quasi a chiederti di condividere la sua gioiosa scoperta, risponde: “Tanto, tanto…”.
Non contento di questa risposta, mostrandogli tutta la mia fede nell’amore di Dio, insisto: “Di più, di più…”.
Allora senti che il piccolo penitente, vibrando di una gioia più grande, ti dice con le parole più impensate, che Gesù lo ama “infinitamente, immensamente, all’infinito”; oppure, allargando del tutto le sue braccine, esclama gioioso: “Mi ama tanto così…”
A questo punto lo ritengo sufficientemente pronto a confessarsi e gli domando: “Allora, a Gesù, che ti ama così tanto, di che cosa gli chiedi perdono?”.
Il piccolo Dario, subito alla luce dell’amore di Gesù può vedere con serena obbiettività le sue mancanze, i suoi peccatucci che confessa con gioiosa riconoscenza per la certezza del perdono ottenuto.
Mi sembra che dal suo modo di confessarsi scopra e sappia che è più contento Gesù a perdonarlo che lui stesso ad essere perdonato.
Tempo fa, la mia felice sorpresa si è completata quando il piccolo “penitente”, andandosene, mi garantì gioiosamente che lo avrebbe detto anche alla mamma e al papà.
Ciao da p. Andrea
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Andrea Panont

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