Santa Marta / © PHOTO.VA - OSSERVATORE ROMANO

Santa Marta: "Sleali e assetati di potere, così non si può servire il Signore"

Nella Messa di oggi, il Papa mette in guardia da quegli “ostacoli” che impediscono di porsi al seguito di Dio come “servi inutili”, in piena libertà

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È un percorso a ostacoli servire il Signore. Slealtà, sete di fama, voglia di potere – mette in guardia il Papa nella Messa a Santa Marta – possono distogliere chi vuole porsi realmente al seguito di Dio dall’unica verità: “Siamo servi inutili”. Ogni vero discepolo dovrebbe ripetere questa frase a se stesso per non cadere in quelle tentazioni che “tolgono la pace e ti portano a quel prurito del cuore di non essere in pace, sempre ansioso”, afferma Bergoglio.

Una di queste, spiega, è “la voglia di potere”: “Quante volte abbiamo visto, forse, a casa nostra: qui comando io! E quante volte, senza dirlo, abbiamo fatto sentire agli altri che ‘comando io’, no? Anche far vedere questo, no? La voglia di potere…”. Gesù, però, insegna una cosa diversa e chiede “che colui che comanda diventi come colui che serve. O, se uno vuole essere il primo, sia il servitore di tutti”. “Gesù capovolge i valori della mondanità, del mondo”, sottolinea il Santo Padre. Dunque “questa voglia di potere non è la strada per diventare un servo del Signore, anzi: è un ostacolo, uno di questi ostacoli che abbiamo pregato il Signore di allontanare da noi”.

L’altro è “la slealtà”, molto presente “anche nella vita della Chiesa”, osserva Francesco. “Essere sleali è fare il doppio gioco, no? Giocare a destra e a sinistra, giocare a Dio e anche giocare al mondo, no? E questo è un ostacolo…”. È un ostacolo perché “il Signore ci ha detto che nessun servo può avere due padroni. O serve Dio o serve il denaro. Gesù ce lo ha detto – rimarca il Papa – E questo è un ostacolo: la slealtà. Che non è lo stesso di essere peccatore. Tutti siamo peccatori, e ci pentiamo di questo… Quello che ha voglia di potere e quello che è sleale, difficilmente può servire, diventare servo libero del Signore”.

Non solo: tutto ciò “porta a vivere in quella tensione della vanità mondana, vivere per apparire”. “Quanta gente – esclama Papa Francesco con rammarico – vive soltanto per essere in vetrina, per apparire, perché dicano: ‘Ah, che buono che è’, per la fama. Fama mondana”.

È inutile girarci troppo intorno: “così non si può servire il Signore”. Il Pontefice invita quindi a pregare Dio per chiedergli “di togliere gli ostacoli perché nella serenità, sia del corpo sia dello spirito, possiamo dedicarci liberamente al suo servizio”. “Il servizio di Dio è libero: noi siamo figli, non schiavi”, afferma il Santo Padre. “E servire Dio in pace, con serenità, quando Lui stesso ha tolto da noi gli ostacoli che tolgono la pace e la serenità, è servirlo con libertà. E quando noi serviamo il Signore con libertà, sentiamo quella pace più profonda ancora, no? La voce del Signore: ‘Ah, vieni, vieni, vieni, servo buono e fedele’”.

Tutti vogliamo servire il Signore “con bontà e fedeltà”, ma “abbiamo bisogno della sua grazia” perché “da soli, non possiamo”. Allora non dobbiamo stancarci né dimenticarci di “chiedere sempre questa grazia, che sia Lui a togliere questi ostacoli, che sia Lui a darci questa serenità, questa pace del cuore per servirlo liberamente, non come schiavi: come figli”, dice il Papa.

“La libertà è nel servizio”, conclude, “soltanto dobbiamo chiedere e fare spazio perché Lui faccia in noi e Lui ci trasformi in servi liberi, in figli, non in schiavi”.

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Salvatore Cernuzio

Crotone, Italia Laurea triennale in Scienze della comunicazione, informazione e marketing e Laurea specialistica in Editoria e Giornalismo presso l'Università LUMSA di Roma. Radio Vaticana. Roma Sette. "Ecclesia in Urbe". Ufficio Comunicazioni sociali del Vicariato di Roma. Secondo classificato nella categoria Giovani della II edizione del Premio Giuseppe De Carli per l'informazione religiosa

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