La Casa Editrice Miscellanea Francescana ha appena pubblicato il volume “Tommaso da Celano. Agiografo di San Francesco”.
Curato da Fra Emil Kumka, il volume raccoglie gli interventi del Convegno internazionale che si è svolto a Roma nel gennaio del 2016. Al convegno hanno partecipato i maggiori esperti sulla vita, sulla storia e sul significato degli scritti del primo biografo di San Francesco.
Nella prefazione al volume, lo storico Franco Cardini definisce il frate: “Figlio di Francesco e padre della bibliografia francescana”, noto per la sua grande, innovativa, originale opera di agiografo, nonché “uno dei protagonisti di quella feconda stagione di rinnovamento spirituale della Chiesa e della Cristianità europea.
Per saperne di più ZENIT ha intervistato fra Emil Kumka, docente di Storia della Chiesa e Francescanesimo alla Pontificia Facoltà Teologica “San Bonaventura” e anche responsabile della biblioteca del Seraphicum.
***
Chi era Tommaso da Celano?
Dicendo il vero, non abbiamo molte notizie che lo riguardano. Lui stesso scrive su di sé poco o nulla nelle biografie dell’Assisiate. Possediamo più informazioni dalle cronache e da altre fonti che lo nominano. Tommaso da Celano (ô c. 1190, † c. 1260), un nobile, un erudita, un sacerdote, un frate francescano accolto dallo stesso san Francesco nell’Ordine minoritico nell’anno 1215 circa, missionario in Germania dal 1221, custode e poi vicario di quella provincia religiosa dal 1223, è anzitutto noto come il padre dell’agiografia francescana. Infatti fu lui l’autore della prima biografia del santo d’Assisi – Vita beati Francisci – voluta dal papa Gregorio IX e dal vicario generale d’allora, frate Elia, che vide la luce e l’approvazione ufficiale all’inizio nel 1229. E poi successivamente della Vita beati patris nostri Francisci, risalente a poco prima del 1239 (fu voluta dal generale dell’Ordine frate Elia), ed è stata recentemente scoperta nel 2015 da Jacques Dalarun e presentata al mondo francescano ed accademico.
Ma la sua avventura con le biografie di san Francesco non è finita qui, nel 1244 ricevette l’ordine di comporne una nuova, e dunque, usufruendo del materiale delle memorie scritte dai compagni dell’Assisiate e dagli altri frati, nel 1247 approntò il Memoriale, di cui abbiamo la fortuna d’avere l’edizione critica dal 2011, grazie al prezioso lavoro di monsignor Felice Accrocca e p. Aleksander Horowski (OFMCap). Come parte indispensabile ed integrante di ogni leggenda agiografica medievale, Tommaso qualche anno più tardi aggiunse al Memoriale il Trattato dei miracoli del Santo, che concluse all’incirca del 1253.
Più tardi, dopo la canonizzazione di santa Chiara – celebrata da papa Alessandro IV nel 1255 ad Anagni – compose la sua biografia: Legenda sanctae Clarae virginis. La paternità di quello scritto è stata a lungo discussa, ma dalle ricerche e dallo studio di p. Marco Guida (OFM), pubblicato nel 2010, risulta certo che ne fu autore proprio Tommaso da Celano. Ritirandosi, attorno al 1256, dopo quest’ultima fatica agiografica, morì nel monastero delle clarisse a Val dei Varri nel 1260 circa, dove rimase sepolto fino al 1517. In quell’anno la salma fu trasportata nella chiesa dei Frati Minori Conventuali a Tagliacozzo, dove da allora riposano le sue spoglie. Lì gode del culto locale ed è invocato da secoli come “beato”, anche se manca ancora l’approvazione ufficiale da parte della Santa Sede.
Perché un convegno ed un libro su Tommaso da Celano?
Il Convegno Internazionale organizzato e promosso dalla Pontificia Facoltà Teologica “San Bonaventura” – Seraphicum, focalizzando l’attenzione sulla persona di fra Tommaso da Celano, si prefiggeva di offrire degli spunti utili e scientificamente provati per la causa di beatificazione del frate marsicano. Questa era l’idea portante dell’organizzazione del Convegno e della proposta fatta dalla Facoltà ai relatori che sono stati invitati ad affrontare le tematiche in tale ottica e finalità. L’inaspettata e improvvisa scoperta della nuova biografia del Santo d’Assisi, uscita sul finire degli anni ’30 del XIII secolo dalla penna del Celanese, ha incentivato ancora di più l’organizzazione del Convegno. Il ritrovamento e la pubblicazione – in originale latino, ma anche nella traduzione in lingua italiana elaborata dal dott. Filippo Sedda – della Vita beati patris nostri Francisci, permette infatti di completare con un altro tassello il mosaico delle agiografie sull’Assisiate, e avvicinarci alla sperata e desiderata soluzione della questione francescana. Allo stesso tempo offre la possibilità di acquisire ulteriori elementi per la conoscenza della personalità dell’autore, che per alcuni anni ha goduto della familiarità con san Francesco.
Gli Atti del Convegno Internazionale sono dunque il frutto delle riflessioni dei ricercatori, e sono molto felice che siamo riusciti a pubblicarli solo cinque mesi dopo il Convegno, svoltosi il 29 gennaio scorso. I contributi dei relatori sono tanto preziosi che sarebbe un peccato di omissione non offrirli a tutti gli interessati, studiosi e no, ai quali la figura di Tommaso da Celano è cara per vari motivi. Gli Atti saranno presentati per la prima volta a Bologna, nel corso del Festival Francescano (23-25 settembre), in una conferenza dal titolo “La vita ritrovata. Un dono-per conoscere meglio san Francesco e il suo primo biografo Tommaso da Celano”, durante la quale interverranno Jacques Dalarun, fra Domenico Paoletti e il sottoscritto.
Quali sono state le novità, le scoperte e la rilevanza degli scritti ritrovati di Tommaso da Celano?
A questa domanda potrebbe risponde meglio e con pienezza Jacques Dalarun. Tentando comunque uno sguardo che abbraccia le informazioni nuove tramandate da Tommaso da Celano, ci accorgiamo che elabora la figura del suo protagonista nella prospettiva degli anni e delle nuove circostanze in cui visse l’Ordine alla fine del generalato di frate Elia. Le letture che si possono dare sono ancora molto parziali e incomplete, dato il tempo troppo breve tra la scoperta e pubblicazione e le prime analisi storico-critiche. Ovvio, il dato biografico, informativo, è quello che emerge per primo, ed è relativamente semplice elencare le novità non presenti nella prima biografia, o i fatti già noti, ma qui raccontati diversamente, come, per fare un solo esempio, quello legato al viaggio d’affari di Francesco a Roma: non un pellegrinaggio, come siamo abituati a pensare, grazie a un racconto forse più ideologico che storico, e alle motivazioni dello scambio dei vestiti con un mendicante presso la Basilica di San Pietro. La novità che emerge è che siamo di fronte a una leggenda agiografica con doppia funzionalità: quella liturgica, con i brani iniziali preparati come le nove letture adatte al breviario di allora, e quella informativa, con un racconto riassuntivo, abbreviato, ma completo, e adatto a un codice di viaggio maneggevole, “la libreria portatile”, come lo definisce lo stesso Dalarun. Infatti così si presenta fisicamente il libretto (120×82 mm) in cui è stato riscoperto il testo del celanese. La rilevanza della scoperta è grande. André Vauchez, illustre storico e medievista francese, ha paragonato questo evento alla scoperta della Compilatio Assisiensis nel 1922 ad opera del p. Ferdinand Delorme OFM. Il noto medievista italiano, Franco Cardini, ha chiamato la nuova biografia “un anello mancante” della questione francescana. Credo che questo già esprima tutto il suo valore per gli studi francescani e per quelli legati all’agiografia medievale.
Quali sono le virtù eroiche e quali le ragioni che fanno pensare a Tommaso di Celano come un Beato?
Tommaso da Celano, come ho già accennato sopra, è invocato come “beato” dalle popolazioni della terra marsicana, particolarmente nella città natale e a Tagliacozzo, dove si possono venerare le sue reliquie nella chiesa conventuale di san Francesco. Il discorso legato alle virtù, almeno dal punto di vista canonico e giuridico, non è semplice, poiché si tratta del Servo di Dio dal passato remoto, in cui la procedura delle prove sull’eroicità delle virtù era differente e si basava anzitutto sui miracoli avvenuti tramite l’intercessione della persona ritenuta santa. Una documentazione del genere è esistente per fra Tommaso, ma è insufficiente secondo le categorie moderne.
Se volessimo ripercorrere le virtù che dimostra tramite la sua vita da frate francescano, sicuramente l’obbedienza e la carità sono quelle più evidenti, testimoniate tramite il suo impegno missionario in Germania. Anche il superiore dei frati conferma le doti non solo organizzative e le capacità di governare ma, anzitutto, la vita virtuosa, indirizzata al servizio dei frati e delle popolazioni tra cui lavorava. La virtù dell’umiltà è un segno che contraddistingue il primo biografo francescano, poiché nei suoi scritti non dice niente relativamente alla sua persona, focalizzando sempre sull’Assisiate tutti gli sforzi letterari. Infatti, come osservava Dalarun durante il nostro Convegno, l’umiltà e l’essere sempre in ombra, quasi invisibile, sono due caratteristiche che connotano Tommaso da Celano.
Ne aggiungerei ancora una anche se, volendo, si potrebbe andare avanti molto nell’elencare le sue virtù. Tommaso dimostra un appassionato amore verso san Francesco, lo vuole presentare e trasmettere agli altri in modo diretto, reale, nonostante le esigenze dei canoni agiografici e le pressioni, o forse meglio, le indicazioni che gli venivano suggerite dalla curia papale, per una visione ecclesiale più adatta alle esigenze del tempo. Anche i frati non furono teneri con lui, come si legge nella risposta data dal biografo a tutti coloro che continuamente criticavano il suo lavoro, esigendo ancora nuove informazioni o prospettive sul Serafico Padre. Qui cito l’epilogo del Trattato dei miracoli: Non possiamo ogni giorno produrre cose nuove, né mutare ciò che è quadrato in rotondo, e neanche applicare alle varietà così molteplici di tanti tempi e tendenze ciò che abbiamo ricevuto come unica verità. Certo non siamo stati spinti a scrivere ciò per vanità, né ci siamo lasciati sommergere dall’istinto della nostra volontà fra tanta diversità di espressioni, ma ci spinsero al lavoro le pressioni e le richieste dei confratelli ed ancora l’autorità dei nostri superiori ci condusse a portarlo a termine. Attendiamo la ricompensa da Cristo Signore, e a voi, fratelli e padri, chiediamo comprensione ed amore. Così sia! Amen.
Alcuni vedono in questo brano un po’ di accidia, d’impazienza e di nervosismo di Tommaso stremato dalle ripetute richieste. Io invece qui vedo un discepolo fedelissimo, che con “denti e unghie” difende la verità, l’unicità e l’eccezionalità di Francesco, uomo evangelico conformato a Cristo. Dunque la virtù di fedeltà, la virtù di coraggio, la virtù di essere veritiero per me sono provate e confermate, anche se leggessimo solo questo frammento delle sue agiografie.
A che punto sono i lavori per la beatificazione di Tommaso da Celano?
Cito qui due brani dagli Atti, dando voce alle persone più informate sulla questione. Il primo è tratto dall’intervento del dott. Giuseppe Casarin, Il “negotium sanctitatis” di Tommaso da Celano. “Status quaestionis” (pp. 151-160), collaboratore esterno per la causa di fra Tommaso da Celano. Il secondo dall’informazione più attuale riguardante il processo, rilasciataci dal p. Angelo Paleri OFMConv, già postulatore generale presso la Congregazione delle Cause dei Santi: Tommaso da Celano. La vicenda legata alla beatificazione (pp. 161-163).
“Trattandosi di una causa antica, è immediatamente evidente che per dimostrare le virtù eroiche di Tommaso da Celano occorra risalire alle testimonianze scritte coeve o di poco posteriori al 1260 (anno della presunta morte del Celano). La ricerca storica finora condotta per trovare documenti o prove super virtutibus del Celano non ha dato esiti soddisfacenti, risultando incompleta e non pienamente adatta allo scopo da raggiungere, malgrado i molti sforzi compiuti da parte degli studiosi che se ne sono occupati. Emerge, quindi, con estrema chiarezza il primo o uno degli aspetti più critici e discussi di tutta la questione, affrontando il quale ci si imbatte in non poche difficoltà. Rimane in ogni caso aperta la domanda: come soddisfare la condizione richiesta dalle nuove procedure canoniche?
La fama sanctitatis, inoltre, si manifesta nella visita alla tomba, nella preghiera personale e comunitaria a lui indirizzata, nella diffusione dei sui scritti e della sua biografia e altro ancora. Da questo punto di vista, per lo sviluppo della nostra causa molto è stato fatto e altro lavoro rimane ancora da fare: citiamo, solo a titolo di esempio, l’imponente opera di aggiornamento bibliografico compiuto in questi ultimi decenni, che potrà servire per la elaborazione di una biografia critica documentata. Alla fama sanctitatis si associa la fama signorum, altro campo di ricerca e sempre aperto alla novità dello Spirito!
Nella corposa raccolta bibliografica accennata si trovano passaggi in cui si fa riferimento a presunte grazie ottenute per intercessione del Celano, ma come si può intuire il riconoscimento di un miracolo offrirebbe nuova spinta alla causa. Ultima questione aperta, ma non per questo di minore importanza, è la storia o la trattazione del culto prestato ab immemorabili a Tommaso da Celano e continuato fino ai nostri giorni.
Volgendo lo sguardo al futuro e sulla base degli ultimi contatti con il Relatore, il compito da svolgere appare già ben delineato e contenuto nella stesura scritta della Positio sulla vita, le virtù, la fama di santità e dei segni come pure sulla storia del culto riservato a Tommaso da Celano ab immemorabili! Per il raggiungimento del nostro scopo sarà necessario continuare la ricerca scientifica e archivistica, per meglio documentare e aggiornare la mole bibliografica accumulata finora.
Su questa base sarà possibile approntare una biografia documentata del Celano nel frattempo, occorrerà che i ministri generali dei rispettivi Ordini Francescani indirizzino la lettera postulatoria al Santo Padre per chiedere la beatificazione per equipollenza.” (G. Casarin, p. 155-156, 158. 160)
“Con la promulgazione della Divinus perfectionis Magister (25 gennaio 1983) cambia notevolmente la legislazione riguardo alle cause storiche, per le quali diventa necessario dimostrare l’eroicità delle virtù dei servi di Dio vissuti in un tempo del quale non restano più testimoni oculari (sia in tempi più recenti, come un secolo fa, come addirittura diversi secoli fa).
In primo luogo viene adempiuta una formalità a cui non si era ancora giunti: il 27 novembre 1991 viene concesso il voto di validità per il processo di Avezzano portato avanti nel 1970-71. Al tempo stesso era stato nominato un nuovo relatore della causa nella persona di Yvon Beaudoin OMI, sostituito al termine del suo mandato (14 giugno 1996) da p. Cristoforo Bove OFMConv, che purtroppo muore nel 2010. […] Il postulatore generale, p. Ambrogio Sanna OFMConv, riordinò il Summarium Documentorum con l’aiuto di p. Giovanni Odoardi, mentre il suo successore p. Cristoforo Zambelli, curò un voluminoso aggiornamento bibliografico, per facilitare la realizzazione di una futura Biographia ex Documentis.
Più recentemente la Congregazione ha nominato il 31 marzo 2014 un altro relatore, p. Vincenzo Criscuolo, mentre il nuovo collaboratore esterno per la redazione della Positio, Giuseppe Casarin, ha aggiornato ulteriormente la bibliografia. Resta tuttavia aperta la ricerca archivistica per ulteriori informazioni sulla fama sanctitatis del nostro frate, importanti per arricchirla”.
WIKIMEDIA COMMONS
Tommaso da Celano, primo biografo di San Francesco
Un nuovo libro a cura di fra Emil Kumka approfondisce la figura di questo “figlio di Francesco e padre della Biografia francescana”, di cui è in corso la causa di beatificazione