© Save the Children

Siria: bombardato ospedale pediatrico. Tra le vittime pazienti e medici

Due morti e numerosi feriti, tra cui anche mamme e neonati. La struttura è gestita da Save The Children che esprime “profonda indignazione”

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A neanche cinque mesi dal bombardamento di un ospedale di Medici senza Frontiere, una nuova struttura sanitaria a Idlib, in Siria, è finita sotto ieri sotto un attacco aereo che ha ucciso due persone e ferito diversi pazienti e medici. Si tratta di un ospedale ostetrico-pediatrico gestito dall’organizzazione umanitaria Save The Children che, in una nota, esprime tutta la sua “profonda indignazione”.
“In questo momento, i nostri pensieri sono rivolti a tutti il nostro coraggioso staff operatori siriani che lavorano nell’ospedale e a tutte le famiglie colpite”, dichiara Sonia Khush, direttore di Save the Children in Siria. “Bombardare un ospedale con un reparto maternità, dove si stanno aiutando tante donne che vivono all’ombra della guerra a dare alla luce in sicurezza i loro piccoli è un atto vergognoso, sia che sia stato compiuto intenzionalmente, sia che sia accaduto perché non è stata prestata la dovuta attenzione a non colpire aree civili”, aggiunge.
Il bombardamento ha avuto luogo intorno alle ore 13 (ora italiana) e ha colpito la parte anteriore della struttura ospedaliera. Due persone sono state uccise dall’attacco. Diversi bambini sono stati feriti quando le incubatrici sono crollate in terra e una donna incinta di sei mesi ha perso una gamba. Altre due donne hanno ferite allo stomaco causate dalle schegge e molti pazienti e persone dello staff hanno subito lesioni più lievi.
Il vice direttore dell’ospedale ha riferito a Save the Children che verso le 18 (ora italiana) aerei da combattimento stavano ancora sorvolando la struttura ospedaliera. Al momento del bombardamento erano in corso due interventi chirurgici e una donna era in travaglio. Attualmente l’ospedale ha smesso di funzionare ad eccezione del pronto soccorso e il generatore è stato danneggiato durante l’attacco. Questo ospedale – che Save the Children sostiene da due anni –  è l’unica struttura di maternità del suo genere nella zona e serve più di 1.000 tra donne e bambini in un mese e fa nascere centinaia di bambini
“Non ci sono scuse e questo purtroppo è solo l’ultimo di una lunga serie di attachi a strutture sanitarie nel Paese”, afferma Sonia Khush. “Condanniamo nel modo più assoluto possibile questi attacchi, contrari alla legge internazionale. È necessario un immediato cessate il fuoco in tutta la Siria e occorre intervenire per porre fine agli spaventosi bombardamenti di strutture mediche”.

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ZENIT Staff

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