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Scola: "I cristiani come padre Jaques costituiscono il bene"

Il cardinale Angelo Scola commenta i tragici fatti di Rouen e afferma: “Occorre recuperare il senso del vivere e cogliere il senso del martirio”

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“Il barbaro attentato di questa mattina in Francia, vicino a Rouen, produce in noi sgomento e violenta reazione. Solo nella preghiera riusciamo ad accettare un simile e più che disumano atto”. È la riflessione del cardinale Scola, dopo la cruenta uccisione di padre Jaques Hamel a Saint-Etienne-du Rouvray, in Normandia. “In particolare – scrive l’arcivescovo di Milano sul sito dell’arcidiocesi ambrosiana – ci addolora profondamente che un fratello sacerdote sia stato ucciso in occasione della celebrazione della Santa Messa e altri fedeli siano stati feriti”.
“Cosa possiamo chiedere al Signore della storia di fronte a questa vera e propria escalation di violenza che sta ormai attaccando l’Europa?”, domanda il porporato.  “Non c’è altra strada che riprendere subito, e attraverso un paziente lavoro educativo e culturale, un senso del vivere che ci consenta di affrontare il quotidiano, nelle sue elementari manifestazioni, sorretti dalla verità e dal bene. Come non cogliere in questa uccisione portata al cuore del cristianesimo il valore del martirio che regolarmente i cristiani celebrano nella Santa Messa? Esso ci dice, e lo dice a tutti e non solo ai credenti, come fare: il primo universale messaggio che scaturisce da questo folle gesto è che i cristiani, se sono veramente tali come è stato padre Jaques, già costruiscono il bene: non solo quello della chiesa ma della società intera”.
“Il primo contributo alla nuova Europa da parte dei cristiani è di essere se stessi”, afferma Scola, “le Chiese d’Europa devono tornare ad essere espressione vitale di una vita bella, consapevoli della storia e abbandonate all’abbraccio della Trinità che attende ogni uomo e ogni donna nel per sempre”.
Secondo il cardinale, “non si può non dire una parola sulla necessità della rinascita europea: servono uomini e donne – a livello di popolo – che aiutino le autorità istituite a trovare la strada di un senso per il nostro Continente. Migrazioni, integrazione, economia, finanza, politica, potranno essere mattoni per la casa europea solo se il senso del vivere in una società plurale, rispettosa di tutti ma tesa al riconoscimento di ciò che è buono, verrà costantemente perseguito e documentato nell’attuazione di tutte le libertà”.
Questa – afferma il porporato – “è l’unica strada per vincere le paure ma alla lunga anche per battere il terrorismo. Anche nel profondo dolore e nella grave angustia non possiamo non guardare alle centinaia di migliaia di giovani che si stanno recando a Cracovia per la Giornata mondiale della gioventù. Essi sono già questo nuovo senso dell’Europa che è in atto. Certamente ascolteranno e metteranno in pratica l’invito alla misericordia con cui profeticamente Papa Francesco ci sta indicando un percorso di costruzione di Chiesa e di società”.
 

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ZENIT Staff

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