Sinai desert - Commons Wikimedia CC BY-SA 1.0

Egitto: ucciso nel Sinai un sacerdote copto

Ad uccidere il religioso sarebbe stato il ramo egiziano dello Stato islamico che avrebbe rivendicato il gesto. Condanna del patriarca Tawadros che definisce il sacerdote un “martire”

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È stato ucciso ieri, a colpi d’arma da fuoco, ad El Arish, in Egitto, un sacerdote copto. Si chiamava Rafael Moussa, 46 anni, e stava rientrando a casa dopo la Messa nella chiesa Mar Girgis dove operava. A darne notizia è un comunicato della chiesa copta egiziana a firma del patriarca copto ortodosso Tawadros che ha inviato le sue condoglianze alla famiglia del prete, definito un “martire”.
Nella medesima nota, Tawadros condanna “tutti gli atti terroristici che minacciano la sicurezza della patria e hanno come obiettivo di dividere i suoi figli”. Secondo alcuni media locali, ad uccidere il religioso sarebbe stato il ramo egiziano dello Stato islamico, attivo prevalentemente nel Sinai, che avrebbe rivendicato il gesto.
Rafael Moussa – ricorda la Radio Vaticana – non è il primo sacerdote ad essere ucciso ad Arish, già nel luglio 2013 Mina Aboud era stato colpito a morte tre giorni dopo la deposizione dell’allora presidente islamista, Mohamed Morsi. Il mese dopo, decine di chiese copte erano state assaltate dai sostenitori islamisti, accusando la minoranza copta di sostenere la destituzione di Morsi.

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ZENIT Staff

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