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Dopo Rouen, i vescovi francesi: "Odio e violenza non l'avranno vinta"

Mons. Olivier Ribadeau Dumas, segretario generale della Conferenza Episcopale francese, interviene a Cracovia per commentare l’attacco di stamane. Domenica in Francia giornata di digiuno e preghiera

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“Non possiamo sottometterci all’odio e alla violenza. Non rappresentano una soluzione”. È un messaggio di pace quello che lancia mons. Olivier Ribadeau Dumas, segretario generale della Conferenza Episcopale francese, ai cattolici di tutto il mondo dopo il tragico attacco di questa mattina a Rouen, in Normandia.

Intervenuto al Media Center di Cracovia, il prelato ha inviato a unirsi in preghiera per padre Jaques Hamel che ha concluso i suoi 84 anni di vita con una ferita mortale alla gola mentre celebrava l’Eucarestia da parte di due musulmani, mentalmente instabili, armati di coltello.

“La comunità dei cattolici in Francia è scioccata da questa barbara aggressione, hanno paura dopo un attacco del tutto inspiegabile” ha spiegato Dumas, “la via d’uscita sarebbe la furia, la vendetta, ma tutto questo ci può schiacciare… Siamo sopravvissuti sempre grazie a Cristo e alla speranza e possiamo superare anche tutto questo. La Misericordia deve essere una strada per tutti”.

Mons. Dumas ha dunque ribadito l’invito dei vescovi d’Oltralpe a non lasciarsi sopraffare da sentimenti di odio e di rivalsa, ma “a mantenere un atteggiamento di unità”. La Francia è attualmente un mosaico multiculturale e vuole rimanere tale: “Dobbiamo riconoscerci in questa comunità variegata. Che lo accettiamo o no è un fatto. Ci accettiamo tutti reciprocamente, ci vogliamo conoscere gli uni gli altri”.

Questa è l’opinione condivisa dai vescovi di Francia, come pure dal rabbino capo di Francia Rav Gilles Bernheim e dal presidente del Consiglio musulmano, Moahmmed Moussaoui, che hanno espresso tutto il loro cordoglio per la tragedia di oggi. Entrambi domani, insieme ai diversi esponenti delle realtà religiose francesi, saranno ricevuti dal presidente Francois Hollande – ha informato mons. Dumas – per discutere dell’importanza del dialogo interreligioso e trovare “in modo realistico” risposte a un tema “sensibile” come l’immigrazione.

“Le Chiese in Francia – ha detto il prelato – hanno accolto l’appello del Papa alle parrocchie europee ad accogliere i migranti durante il Giubileo. Tutte hanno aperto i loro cuori e dobbiamo continuare a farlo, per quanto possibile, evitando sospetti ingiustificati”. Ciò che è successo in Francia, infatti, non solo a Rouen, ma anche a Parigi e Nizza, “è successo precedentemente in altri paesi”: “I cristiani del mondo intero muoiono per le mani odiose dei terroristi”, ha affermato mons. Dumas.

L’invito è pertanto a “vivere nella fratellanza alla quale siamo chiamati” e ad “accogliere prossimo così come si presenta”, perché “in questo modo la Chiesa e la società usciranno da questa crisi in modo più forte”.

Il discorso vale soprattutto per i giovani che “sono il futuro e il presente della Chiesa”. A loro si è rivolto oggi con un messaggio il presidente dei presuli francesi, mons. Georges Paul Pontier, il quale “ha espresso la sua vicinanza alle famiglie delle vittime e a tutti i membri della diocesi che ha invitato ad osservare per domenica una giornata di digiuno e di preghiera”.

Parlando ai presenti alla Gmg, in particolare ai 35mila francesi, Pontier ha chiesto loro “di prendere parte alla Via Crucis di venerdì sera con il Santo Padre per pregare per la pace e la sicurezza nel Paese”. Poi ha richiamato il monito di Giovanni Paolo II “a costruire una civiltà dell’amore”. “Vogliamo costruire questa civiltà?” ha domandato l’arcivescovo di Marsiglia, “la risposta è sì, perché non vogliamo che l’odio e la violenza l’abbiano vinta”.

Da parte loro i giovani, ha riferito il segretario dei vescovi francesi, “sono tutti contenti, esprimono un desiderio di fratellanza ed è grazie a questo che possiamo vivere”. Questa Giornata mondiale della Gioventù deve perciò svolgersi “con maggiore energia”, in modo da indicare “un orizzonte di pace, di gioia, di fratellanza e preghiera, radicati in Cristo”.

A margine del briefing, parlando con alcuni giornalisti, il numero due dei presuli d’Oltralpe ha infine ribadito: “Quello di oggi non è un attacco ai cattolici, ma alla Francia. In ogni parte del mondo tante persone sono uccise, anche musulmani. La cosa necessaria è il dialogo, è importante per noi perché la violenza non è una risposta. La risposta per il cristiano è l’amore che deve trasformarsi in dialogo. Vogliamo costruire una società francese di cristiani, ebrei e musulmani, vogliamo gente differente nel nostro Paese, vogliamo costruire la pace in una società forte”.

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Salvatore Cernuzio

Crotone, Italia Laurea triennale in Scienze della comunicazione, informazione e marketing e Laurea specialistica in Editoria e Giornalismo presso l'Università LUMSA di Roma. Radio Vaticana. Roma Sette. "Ecclesia in Urbe". Ufficio Comunicazioni sociali del Vicariato di Roma. Secondo classificato nella categoria Giovani della II edizione del Premio Giuseppe De Carli per l'informazione religiosa

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