Un documento epocale che, dopo 66 anni, mette ‘in naftalina’ la precedente Costituzione Apostolica Sponsa Christi (1950), risalente al pontificato di Pio XII. Nel presentare in Sala Stampa Vaticana, la Vultum Dei Quaerere, monsignor José Rodriguez Carballo OFM, segretario della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica ha esordito con “due ringraziamenti”, il primo dei quali è stato rivolto a papa Francesco.
La nuova Costituzione, ha detto, è stato un “bellissimo dono” da parte del Santo Padre, che, anche in questa occasione, ha affermato il presule, ha dimostrato il suo grande apprezzamento per la vita contemplativa.
Gratitudine è stata poi espressa da monsignor Carballo per le religiose contemplative sparse in tutto il mondo che, di fatto, hanno contribuito in modo attivo alla stesura della Vultum Dei Quaerere, attraverso un questionario, inviato circa due anni e mezzo fa ai monasteri federati e poi anche a quelli non federati.
Due primi lavori di sintesi sono stati poi redatti dal dicastero della vita consacrata, che ha poi consegnato la memoria alle autorità competenti, spianando così la strada ad una Costituzione Apostolica che “riflette pienamente il contenuto delle risposte”. Il Santo Padre, dunque, nella stesura del documento ha “ascoltato la voce delle contemplative”, ha rimarcato il numero due della Congregazione.
La Vultum Dei Quaerere viene quindi a colmare “una lacuna degli anni post-conciliari, lacuna di cui si iniziavano a sentire sensibilmente le conseguenze”, ha aggiunto Carballo.
Rispondendo alla domanda di un giornalista, il presule ha precisato che, al momento, non è previsto un documento analogo per i religiosi contemplativi di sesso maschile, dal momento in cui si tratta di realtà “assai diverse”, sebbene accomunate dai medesimi “elementi essenziali”.
Al tempo stesso, però, ha sottolineato monsignor Carballo, citando la nuova Costituzione Apostolica, la vita contemplativa è tuttora “in larga parte declinata al femminile” (VDQ 5), con la consegna alle religiose dell’icona di Maria, summa contemplatrix, la quale “vergine, sposa e madre, accoglie e custodisce la parola per restituirla al mondo, contribuendo a far nascere e crescere Cristo nel cuore degli uomini assetati” (ivi 37).
Punto essenziale ed innovativo della Vultum Dei Quaerere è la “formazione”: se da un lato il Santo Padre rimane fermo sul monastero come “luogo ordinario”, dall’altro “auspica la collaborazione tra più monasteri, attraverso varie modalità: scambio di materiale, uso prudente dei mezzi digitali, case di formazione iniziale comuni, disponibilità”, ha ricordato Carballo.
Non meno significativo è il richiamo del Pontefice alla genuinità delle vocazioni, a partire dal reclutamento a tutti i costi di candidate da altri paesi “al solo scopo di mantenere la sopravvivenza del monastero” (ivi 15)”. Da evitare anche, per Bergoglio, un approccio alla vita contemplativa in cui la religiosa è ripiegata su stessa, laddove la preghiera claustrale è rivolta principalmente ad “abbracciare l’umanità intera, particolarmente quella che soffre” (16).
La cautela nell’accoglimento di vocazioni dall’estero, in particolare da paesi in via di sviluppo non è da leggersi come un “chiudere la porta alle vocazioni da altri continenti” ma piuttosto come un’attenzione particolare al “discernimento”, perché entrare in convento solo per “mantenerne in piedi le mura non è una giustificazione evangelica”, ha spiegato il segretario del dicastero. In questa linea pastorale, ha aggiunto il presule, ha contato anche la “preoccupazione pubblica”, espressa dal Santo Padre in altre occasioni, verso il fenomeno della “tratta delle novizie”, che talora spesso si traduce in loschi traffici di “inseminazione artificiale”.
Oggetto di discernimento e riflessione per il Papa sono state anche “l’autonomia, a cui è legato il ruolo delle federazioni, e la clausura”, laddove l’autonomia non deve diventare “sinonimo di isolamento e auto-referenzialità”. Inoltre, ha sottolineato monsignor Carballo, “tutti i monasteri, salvo casi particolari a giudizio della Santa Sede, dovranno essere federati” e “non più soltanto secondo un criterio geografico, ma piuttosto di affinità di spirito e di tradizioni”.
Secondo il presule, la tutela dell’autonomia delle religiose contemplative non può prescindere dal “rispetto scrupoloso della legislazione”, laddove in passato taluni interventi nei loro confronti, da parte di vescovi e superiori, si sono rivelati “contro la legge”. È necessario, quindi, un rispetto maggiore verso le consacrate, anche “in quanto donne”.
Le monache, ha aggiunto Carballo, “non sono minorenni” ed è giunto il momento di “credere alla loro responsabilità e alle loro scelte”, in particolare da parte delle “abadesse” e “priore”.
Il segretario della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata ha infine messo in luce il ruolo svolto dal “silenzio” nella vita contemplativa che, secondo il Santo Padre, deve essere “abitato dalla Presenza come spazio necessario di ascolto e di ruminatio della Parola”, poiché “nel rumore interiore non si può ricevere niente e nessuno”.
ZENIT - SM
“Vultum Dei Quaerere”. Mons. Carballo: “Documento che colma una lacuna degli anni post-conciliari”
Il Segretario della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata commenta la nuova Costituzione Apostolica dedicata alle religiose contemplative