La celebrazione della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo ha origini antichissime ed assume quel fascino e quella devozione che continua ancora oggi ad attrarre la pietà popolare di tanti fedeli che vedono in Maria una dimora sicura dove incontrare il Signore Gesù.
Il Monte Carmelo è un luogo riportato dall’Antico Testamento, ed in particolare nel Primo Libro dei Re, quando il profeta Elia vinse la sfida contro i sacerdoti di Baal, manifestando la grandezza di Dio rispetto alle divinità pagane venerate in quei luoghi. La tradizione racconta che in queste terre si trasferì una comunità monastica cristiana, che si definiva erede dei discepoli del profeta Elia e che seguiva la regola di San Basilio.
Nel 1154 vi fu la svolta, quando il nobile francese Bertoldo, insieme con il cugino, il patriarca di Antiochia, Aimerio di Limoges, decise di riunire i monaci a vita cenobica ed edificò una chiesetta in mezzo alle loro celle, dedicandola alla Vergine Maria. A questa comunità così costituita, fu deciso di dare il nome di Fratelli di Santa Maria del Monte Carmelo.
La diffusione di questo ordine avvene nel 1235, quando i frati, a causa delle invasioni dei saraceni, dovettero lasciare quei territori della Terra Santa per stabilirsi in Europa.
Il 16 Luglio 1251 la Vergine Maria, con il bambino tra le sue braccie e circondata da angeli, apparve al primo padre generale dell’ordine, il beato Simone Stock, al quale diede lo scapolare con la promessa della salvezza dall’inferno per coloro che lo avrebbero indossato e la liberazione dalle pene del Purgatorio il sabato seguente alla loro morte.
Questa solennità che ricorre nel cuore dell’estate vuole parlare nell’intimo di ciascun fedele che desidera sperimentare ogni giorno la figliolanza divina della nostra Madre del Cielo. Il primo richiamo al quale ci invita questa festa è la scoperta dell’essenza del cristianesimo che si attua concretamente amando Dio ed offrendo gesti di carità verso il prossimo. La comunità formata dai primi carmelitani aveva l’intenzione di manifestare la vicinanza a Maria vivendo la comunione tra fratelli.
Vivere la vita comunitaria significa riconoscersi tutti fratelli perchè figli della stessa madre Maria, figli della comune madre Chiesa e figli del Padre celeste che è nei cieli. Questa comunanza di maternità e paternità è il fondamento sul quale concepire, vivere e testimoniare le relazioni tra le persone.
La solitudine che imperversa tra gli uomini e le donne del nostro tempo, è la conseguenza del sentirsi orfani di madre e di padre. Se la fede contiene la forza e la sapienza di sentirsi voluti ed amati da Dio Padre, dal Signore Gesù Cristo e dalla Vergine Maria, l’allontanamento da Dio conduce non solo a sentirsi orfani della madre e del padre celeste, ma aggrava un senso di solitudine interiore che appensantisce il cammino della vita impoverendola della speranza della vita eterna.
Lo scapolare è il sigillo della speranza cristiana. La promessa fatta dalla Vergine Maria al beato Simone Stock, di indossare lo scapolare per ottenere la salvezza dall’inferno e la liberazione dalle pene del Purgatorio il sabato seguente alla loro morte, esprime tutto l’amore di una madre verso i suoi figli.
Lo scapolare viene portato sulle spalle, dove il Signore Gesù ha portato la croce fino al Calvario. Indossare lo scapolare significa pertanto portare la propria croce, avendo la certezza che Gesù sostiene insieme a noi i pesi, le amerezze e le delusioni della vita quotidiana.
Portare lo scapolare significa anche essere un pastore che porta le sue pecore sulle spalle per ricondurle all’ovile. Lo scapolare è un serio richiamo a credere alla paternità divina e alla provvidenza di Dio, e di conseguenza ad agire con la rettitudine, la trasparenza e la tenerezza di un padre che considera suoi figli ogni essere umano una preziosissima creatura pensata, voluta ed amata da Dio.
Lo scapolare contiene la duplice dimensione dell’amore: sentirsi amati da Dio e offrire con gratuità quell’amore che si è ricevuto.
Ma vi è un ultimo significato dello scapolare, che è rappresentato dal suo essere nascosto. Portare lo scapolare significa nutrire la speranza segreta del cuore di essere introdotti nel Paradiso. Portare sulle spalle questa promessa significa ricordarsi quotidianamente di portare quel carico leggero e quel giogo soave fatto gesti di umiltà, di mitezza e di dolcezza che sono i tratti distintivi di Cristo.
Ogni uomo di oggi ha bisogno di riscoprire il senso della vita partendo da quello che ci aspetta dopo la morte. Credere nel fatto di essere guidicati dopo la morte costituisce quella grande speranza che apre a vivere con pienezza il presente, avendo la certezza che tutte le fatiche del presente avranno un valore eterno e saranno la chiave per aprire, con la grazia di Dio, quelle porte del Paradiso a cui ogni uomo anela.
Contemplare la Beata Vergine Maria, con il bambino Gesù tra le braccie e circondata da angeli, significa non solo alzare gli occhi al cielo per guardare con speranza al futuro, ma vuole essere prima di tutto un alzarsi da un vita comoda, pigra e disinteressata ai bisogni degli altri. L’alzare gli occhi significa anche alzarsi in piedi, riprendere il cammino verso l’altro, stendere le mani verso il bisognoso e soprattutto allungare quello sguardo verso colui che aspetta di ricevere da noi una parola di conforto e un segno di benevolenza.
La Beata Vergine del Carmelo e il triplice significato dello scapolare
Il 16 luglio 1251, la Madonna apparve a San Simone Stock promettendogli la salvezza dall’inferno e la liberazione delle anime del purgatorio a chi l’avesse indossato