Trasparente si dice un oggetto che lascia vedere nitidamente ciò che sta dietro di esso. Essere trasparente per un uomo significa vivere non per proprio interesse ma per quello degli altri.
Spesso si pensa che umiltà significhi mettersi da parte. Invece è proprio stare al centro per mostrare meglio la vita che è in te. Chi vive per sé, non vive.
Chi è trasparente, non si mette in mostra, ma fa vedere l’altro e ne assume il nome e le qualità. Allora annullarsi per l’altro, diventa il tuo essere. E’ questa la vera umiltà che ti fa acquistare la grandezza di Colui che lasci trasparire, di Colui che rifletti.
La lampadina, il simbolo più appropriato a questa verità, per vivere l’umiltà, per scomparire ai propri occhi e agli occhi degli altri, non ha bisogno di essere messa in “disparte”, ma si pone al centro della stanza, non per essere ammirata, ma per assumere la posizione più atta a donare la luce. Chiunque entra nella stanza, non loderà la lampadina, né si soffermerà a contemplarla; ma gode della luce che la lampadina trasmette. “Vedano le vostre opere buone e glorifichino il Padre che sta nei cieli.”
E’ chiaro che tutte le lodi date alla luce sono indirettamente rivolte anche alla lampadina. La mia grandezza sta proprio nella mia piccolezza; la mia massima presenza sta proprio nella totale “assenza dell’io”; assenza che è presenza d’amore. “Rinnegare se stessi”, per amore, è il vero seguire Gesù, è un donargli tutto lo spazio in se stessi, tanto da poter sperimentare con S. Paolo: “non sono più io che vivo, ma è Gesù che vive in me”.
Ciao da p. Andrea
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Lampadina / Public Domain
Essere trasparenti
Spesso si pensa che umiltà significhi mettersi da parte. Invece è proprio stare al centro per mostrare meglio la vita che è in te, proprio come fa una lampadina