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Il compiacimento di Gesù

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio — Mt 11,25-27

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Lettura
Come abbiamo visto, in questo capitolo e nel seguente l’evangelista descrive la Missione di Gesù. Matteo mostra come la gente ha reagito alla “predicazione del Regno” di Gesù e all’elogio che egli ha fatto di Giovanni Battista, e invita a fare discernimento sulla personale sequela del vero discepolo, su come si ascolta e si accoglie la Parola e su cosa anima il proprio andare dietro al Maestro. I poveri sono gli unici a capire e ad accettare la sapienza del Regno: ecco perché Gesù rivolge uno sguardo di predilezione sui poveri e sugli esclusi.
Meditazione
Il compiacimento di Gesù è rivolto al Padre perché i poveri, gli emarginati, gli oppressi dal carico della legge, coloro che nulla posseggono, hanno ora il loro riscatto: la loro grande ricchezza è in Dio. Essi hanno ascoltato ed accolto l’annuncio del Regno, e non se lo sono fatto sfuggire perché legati al passato o perché incatenati dal dubbio. Non si sono accostati al Messia perché bramosi di guadagnare. Non hanno chiesto con forza segni per vincere la loro incredulità. Non sono pieni e gonfi della sapienza umana, e pronti a giudicare e condannare chi la pensa diversamente da loro. Non hanno accolto l’annuncio del Regno perché vincolati da legami di sangue. Non hanno preteso sacrifici per essi ma solo misericordia. Non hanno desideri di rivalsa o vendetta. Hanno accolto l’annuncio del Regno perché hanno visto e accolto Gesù come uno di loro e per loro: non un nemico, ma uno di loro povero e servo di Dio, anch’egli, come loro, disprezzato dai potenti e dalle persone dabbene. Sono essi il motivo della preghiera che Gesù rivolge al Padre: “Ti rendo lode, Padre, perché queste cose le hai rivelate ai piccoli”. I sapienti, i dotti, si erano barricati dietro tutta una serie di leggi da imporre alla gente in nome di Dio, per difendere, mantenere e consolidare il proprio prestigio e le proprie ricchezze e, in nome di Dio, esigevano dal popolo l’osservanza indiscussa; poco importava se Dio era lontano. Il Messia annuncia la misericordia, cioè l’esatto contrario. E chi di misericordia ha bisogno, non può che gioire ed aprire il cuore, e predisporlo ad accogliere la Persona del Cristo nella sua interezza, perché ciò che il Padre vuole dire, lo ha rivelato a Gesù e Gesù lo ha rivelato ai “piccoli”.
Preghiera
Ti voglio benedire ogni giorno, lodare il tuo nome in eterno e per sempre. Grande è il Signore e degno di ogni lode; senza fine è la sua grandezza. Una generazione narra all’altra le tue opere, annuncia le tue imprese. Il glorioso splendore della tua maestà e le tue meraviglie voglio meditare. Misericordioso e pietoso è il Signore, lento all’ira e grande nell’amore. Buono è il Signore verso tutti, la sua tenerezza si espande su tutte le creature. (dal Salmo 144).
Agire
Porrò attenzione particolare alla quinta opera di misericordia spirituale: perdonare le offese ricevute.
Meditazione a cura di don Donatello Camilli, tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di EdizioniART. Per abbonamenti: info@edizioniart.it.

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ZENIT Staff

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