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Una “Litania” allegra in omaggio a San Filippo Neri

Grande successo per l’esibizione gratuita di Giovanni Lindo Ferretti e Ambrogio Sparagna a Santa Maria in Vallicella, dove i due musicisti hanno riproposto i classici della tradizione popolare religiosa

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Una sorprendente e gradevolissima serata musicale ha allietato ieri l’estate romana nella chiesa di Santa Maria in Vallicella. Sul noto sfondo barocco, predisposto ad effetti cromatici assai suggestivi (a partire dagli arazzi rossi sistemati sulle colonne), Giovanni Lindo Ferretti e Ambrogio Sparagna hanno riproposto, in onore di San Filippo Neri, alcuni brani dal loro album Litania.
Proprio nella chiesa che ospita la tomba del compatrono di Roma, i due artisti si sono esibiti accompagnati da Clara Graziano, Erasmo Treglia, Arianna Rumiz e il Coro di Lauda popolare San Filippo Neri, diretto da Anna Rita Colaianni.
Poco più di un’ora di musica, che attinge alla tradizione popolare più profonda e viscerale, quella che esplora i momenti cruciali della vita terrena di Gesù Cristo e della Vergine Maria. Senza sconti, con l’asprezza quasi brutale di quella civiltà contadina, per la quale i secoli sembrano non passare mai, abituata a preghiere che non sono teneri sussurri ma grida sussultanti ad un Dio che, solo apparentemente, rimane indifferente.
In occasione della ristampa del loro storico album Litania, Sparagna e Ferretti hanno così offerto un concerto gratuito al pubblico di una gremita “Chiesa Nuova”, spaziando dal latino all’italiano, con armonia e disinvoltura.
Apre le danze il fisarmonicista pontino e il mood viaggia subito lungo i ritmi della pizzica e della tamurriata. Anche padre Maurizio Botta, viceparroco di Chiesa Nuova, si è esibito in qualche assolo vocale, mostrando un vivace talento, forse poco noto a molti dei fedeli che – da tutta Roma e anche da fuori – vengono a seguire i suoi sermoni e le sue catechesi.
Esaurita l’ouverture, è stato il momento dell’acclamatissima apparizione di Giovanni Lindo Ferretti. Cresta non lontana dal look punk che esibiva ai tempi dei CCCP, il cantante emiliano, sostenuto dai suoi vocalizzi cupi e imprevedibili, ha sciorinato il meglio del suo repertorio religioso: Padre Nostro, Ave Maria, Magnificat, Miserere, Te Deum.
Sono i canti mariani, comunque, a rappresentare il culmine dell’ispirazione per Ferretti, il quale, già negli anni ’80 – ancora ateo e comunista – aveva composto per i CCCP, l’ispiratissima Madre, preludio di un ritorno alla fede che si sarebbe manifestato più di dieci anni dopo.
L’ex vocalist dei CCCP e dei CSI è tuttavia assai legato anche a San Filippo Neri. Durante il concerto di ieri sera ha raccontato di aver visitato per la prima volta Santa Maria in Vallicella nel 1972, da giovane anticlericale e ribelle e di aver percepito, in quell’occasione, soltanto gli odori ‘oleosi’ della chiesa.
Tornatovi con tutt’altro spirito quarant’anni dopo, il cantante emiliano ha stretto amicizia con padre Maurizio Botta, che, nel maggio 2013, lo invitò a tenere una testimonianza presso l’Oratorio Filippino, dove Ferretti raccontò la sua conversione come la storia di un “ritorno a casa”.
Momento topico della performance di ieri è stato tuttavia L’orologio della Passione: il canto racconta, ora per ora e in dettaglio, ogni istante della Passione, Morte e Resurrezione di Nostro Signore. In un crescendo carico di pathos emerge tutta l’umanità di Gesù Cristo, il senso del Verbo che si incarna nella storia e nelle sofferenze degli uomini comuni d’ogni epoca.
Nel libriccino che accompagna la riedizione di Litania (pubblicato per la prima volta nel 2004), Sparagna e Ferretti raccontano la genesi del loro sodalizio: un uomo del Sud e uno del Nord, uniti da un linguaggio comune, quello della tradizione popolare a sfondo religioso.
Registrato nel Tempio Valdese, “uno dei pochi luoghi d’Italia” scrive Ferretti nell’introduzione all’opera, “in cui quelle parole e melodie non sono mai risuonate nei secoli”, il disco si propone anche come “una bella lezione di storia e di teologia: le cose cambiano. L’esserne consapevoli non riduce le difficoltà, nemmeno produce saggezza nel procedere. Il cambiamento per lo più travolge e poi bisogna farsene ragione. Si può sperare di averne tempo. Si può pregare, a lode, per ciò che ci è concesso nei giorni del nostro tempo”.
Da parte sua, Sparagna afferma di essere rimasto colpito dalle storie a sfondo popolare raccontategli da Ferretti: “Parlava di pastori, di campanacci per animali, di transumanze di briganti”.
E così, “tra una storia, un canto, un pezzo di formaggio e un bicchiere di vino”, i due musicisti hanno messo in comune le rispettive tradizioni folcloristiche, producendo un “omaggio semplice e affettuoso a chi ci ha preceduto. A tutti quelli che con il loro amore ci hanno insegnato il valore della ricerca della semplicità e dell’ascolto della vita del mondo che ci circonda”, conclude Sparagna.

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Luca Marcolivio

Roma, Italia Laurea in Scienze Politiche. Diploma di Specializzazione in Giornalismo. La Provincia Pavese. Radiocor - Il Sole 24 Ore. Il Giornale di Ostia. Ostia Oggi. Ostia Città (direttore). Eur Oggi. Messa e Meditazione. Sacerdos. Destra Italiana. Corrispondenza Romana. Radici Cristiane. Agenzia Sanitaria Italiana. L'Ottimista (direttore). Santini da Collezione (Hachette). I Santini della Madonna di Lourdes (McKay). Contro Garibaldi. Quello che a scuola non vi hanno raccontato (Vallecchi).

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